Una canzone di Alexi Murdoch

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Wait
Alexi Murdoch è di Londra ma ha girato e gira piuttosto il mondo, Stati Uniti compresi. Di recente usa Twitter per prendersela con Trump e altri disastri americani, o Facebook e Instagram per mostrare bei cieli e montagne (pure la Cittadella di Pisa riflessa nell’Arno, una volta): da anni fa pensare che esca forse presto un suo nuovo disco, poi niente. L’ultimo, il secondo, è del 2009. Quello prima, dopo un EP, era andato molto bene quando era uscito nel 2006, ma ciclicamente gli guadagna nuovi fan perché le canzoni sono state usate spesso in colonne sonore di film e serie tv. Lui ora ha 46 anni, è un cantautore folk con inclinazioni pop/rock, fa qualche concerto ogni tanto, il resto del tempo non so dirvi. Se mi ricordo bene me lo ha fatto ascoltare Christian Rocca, allora.
In quel famoso primo disco del 2006 c’era tra le altre questa canzone di sei minuti, bella in ognuno dei suoi successivi passaggi: l’inizio molto quieto e notturno, l’arrivo del refrain, e infine la coda prolungata di “and wait for me”. E ha anche diversi versi molto belli: questo c’entra con noi qui stasera, per esempio.
Though I have the strength to move a hill
I can hardly leave my room
So I sit perfectly still
And I’ll listen for a tune
While my mind is on the moon

(E sì, si chiama Wait, e la canzone di ieri sera Wait for me. Sarei tentato di proseguire domani con Waiting for her degli A-ha, che non era male, e poi Wait for me di Hall & Oates: ma aspettiamo un po’).
And If I stumble, and if I stall
And if I slip now, and if I should fall
And if I can’t be, all that I could be
Will you? Will you wait for me?

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