La versione iraniana sull’abbattimento dell’aereo ucraino

L'Iran ha ammesso di avere scambiato il volo 752 per un missile da crociera, e poi ha spiegato cosa è successo dopo

Il comandante iraniano Amirali Hajizadeh, a destra, in una foto del 9 gennaio 2020 (Office of the Iranian Supreme Leader via AP)
Il comandante iraniano Amirali Hajizadeh, a destra, in una foto del 9 gennaio 2020 (Office of the Iranian Supreme Leader via AP)

Sabato il comandante Amirali Hajizadeh, capo della divisione aerospaziale delle Guardie Rivoluzionarie iraniane, ha tenuto una conferenza stampa in cui ha ricostruito l’abbattimento del volo 752 dell’Ukraine International Airlines, precipitato nelle prime ore dell’8 gennaio pochi minuti dopo essere decollato dall’aeroporto di Teheran. L’Iran ha ammesso solo oggi di avere abbattuto per errore il volo 752, nonostante da due giorni informazioni raccolte dalle intelligence occidentali e ricostruzioni giornalistiche avessero iniziato a parlare di una esplosione provocata da un missile.

Il comandante Hajizadeh ha spiegato che la forza aerospaziale delle Guardie rivoluzionarie iraniane aveva chiesto l’imposizione di una no-fly zone (un’area in cui vige il divieto di volo per gli aerei non autorizzati) la notte del lancio di missili balistici iraniani verso due basi irachene che ospitano soldati americani, operazione decisa come ritorsione per l’uccisione del generale Qassem Suleimani: la no-fly zone però non era stata autorizzata, per motivi non ancora chiari.

Per il timore di una risposta militare statunitense, l’Iran aveva attivato il suo sistema di difesa aerea, che sarebbe dovuto servire a intercettare eventuali missili lanciati dagli americani.

Hajizadeh ha spiegato che a un certo punto l’operatore incaricato del sistema ha scambiato il volo 752 per un missile lanciato dagli Stati Uniti: l’operatore aveva quindi provato ad avvisare i suoi superiori, ma per un problema delle linee di comunicazione non aveva ricevuto risposta, decidendo nell’arco di dieci secondi di far partire il missile, che aveva poi colpito l’aereo ucraino.

Hajizadeh ha aggiunto che all’operatore del sistema era stato detto che gli Stati Uniti avevano lanciato un missile da crociera: non ha però dato altri dettagli, quindi non è chiaro da dove sarebbe arrivata l’informazione. Hajizadeh ha aggiunto:

«Avrei preferito morire piuttosto che assistere a un incidente di questo tipo»

Hajizadeh ha detto di avere informato subito le autorità militari iraniane, ma ha aggiunto che i capi delle forze armate hanno cercato di mantenere l’informazione riservata, senza comunicarla nemmeno ai due principali leader politici dell’Iran, il presidente Hassan Rouhani e la Guida suprema Ali Khamenei. Secondo Hajizadeh, i funzionari del governo iraniano che avevano sostenuto nei giorni scorsi la teoria del guasto non erano a conoscenza dell’errore compiuto dall’operatore del sistema.

Una versione simile è stata data anche dalla stampa iraniana, che oggi ha scritto che i leader politici erano stati tenuti all’oscuro di quello che era successo fino a poche ore prima dell’annuncio di questa notte.

Nonostante in diversi abbiano accolto positivamente l’ammissione di colpa dell’Iran, che come ha scritto l’analista Eliot Higgins risparmierà anni di indagini e diffusione di teorie del complotto, la versione del comandante Hajizadeh è risultata in alcuni passaggi poco convincente, soprattutto nella parte in cui ha cercato di non attribuire alcuna responsabilità ai leader politici iraniani.

Come ha scritto l’analista Tobias Schneider, è possibile che il regime iraniano abbia voluto ammettere pubblicamente l’errore dopo che nei giorni scorsi erano iniziati a circolare video e ricostruzioni coerenti con l’ipotesi dell’abbattimento dell’aereo ucraino da parte di un missile: «Qualcuno ha deciso che era preferibile far uscire tutto prima di impantanarsi per anni in accuse e procedure internazionali», ha scritto Schneider.