La Corte suprema dell’India ha dato una settimana di tempo al governo per rivedere tutte le restrizioni alle comunicazioni imposte in Jammu e Kashmir

Militari in Kashmir, 9 gennaio 2020 (AP Photo/Mukhtar Khan)
Militari in Kashmir, 9 gennaio 2020 (AP Photo/Mukhtar Khan)

La Corte suprema dell’India ha dato una settimana di tempo al governo indiano per rivedere tutte le restrizioni alle comunicazioni imposte in Jammu e Kashmir, compresa la sospensione di Internet. I giudici hanno parlato di violazione delle libertà di parola ed espressione, dicendo anche che la sospensione indefinita dei diritti delle persone è un abuso di potere.

Lo scorso agosto il parlamento indiano aveva approvato la proposta del governo di revocare lo “status speciale” al Kashmir, stato indiano a maggioranza musulmana rivendicato dal Pakistan e oggetto di un’antica disputa territoriale. Lo “status speciale” era previsto dall’articolo 370 della Costituzione e tra le altre cose attribuiva al Kashmir un altissimo grado di autonomia.

Con la sua abrogazione, il Kashmir è dunque diventato un Territorio dell’Unione che, diversamente dallo stato, che ha un governo proprio, è governato direttamente dal governo centrale. La decisione del primo ministro Narendra Modi era stata accompagnata da una dura repressione: erano state inviate decine di migliaia di truppe, era stato imposto un coprifuoco, erano state chiuse le scuole e interrotte praticamente tutte le telecomunicazioni.