Una canzone dei This mortal coil

Un storia di sogni parigini e una canzone con molte grandi cantanti intorno

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My father
Nel negozio di dischi da cui mi feci adottare quando avevo tra i 17 e i 20 anni ci fu per un po’ una grande eccitazione intorno a questo “progetto” e io non capivo bene perché lo chiamassero “progetto”, e ancora adesso è un termine che nelle cose artistiche mi suona sempre una paraculata di comunicazione (il “progetto” di un “collettivo”, poi). Comunque, la ragione per chiamarlo così pareva fosse che la band This mortal coil era piuttosto fluida, ed era un “progetto” del fondatore della casa discografica 4AD, raffinata e ammirata presso gli appassionati della discografia indipendente di allora: il nome, This mortal coil, era una citazione dei Monty Python. Fecero tre dischi, allora piuttosto strani, lugubri e dolci insieme, coinvolgendo musicisti 4AD e altri britannici, e la band divenne di gran culto.
Nel secondo disco – doppio, del 1986 – c’erano cover e canzoni originali e musicisti i più vari. La prima canzone del lato B del primo disco era una cover di My father di Judy Collins, leggenda della musica folk americana, che oggi ha 80 anni, ne ha fatte mille, ed è sempre stata un gran personaggio. My father era in un disco di Collins del 1968, che si chiamava Who knows where the time goes: il nome di una meravigliosa canzone di Sandy Denny che dopo fu cantata da mezzo mondo, e una volta o l’altra ne parliamo.
Nella versione dei This mortal coil My father diventò molto un’altra cosa – ma molto deve anche alla bellissima versione di Nina Simone del 1978 -, un’altra cosa stupenda, cantata da Alison Limerick: che per aggiungere varietà e parentesi a questo racconto avrebbe avuto poi i suoi maggiori successi – in mezzo a una lunga carriera di corista – con dei pezzi dance negli anni Novanta completamente diversi da questa cosa languida e proveniente da una grotta. La canzone ha un testo semplice e bello, dedicato a un padre minatore dell’Ohio che prometteva alle figlie di portarle a vivere a Parigi, e una di loro da adulta alla fine ci finisce, a Parigi, e ripensa a quel sogno fallito e a suo padre. E la versione dei This mortal coil ci aggiunge qualcosa di nautico, in effetti.
I sail my memories of home
Like boats across the Seine
And watch the Paris sun
As it sets in my father’s eyes again

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