• Mondo
  • Domenica 8 dicembre 2019

Il reportage di Marco Longari tra i pastori del Niger

Un grande fotografo di news in mezzo a nomadi la cui vita è diventata sempre più complessa, a causa del cambiamento climatico e della siccità

Un mandriano alla guida del bestiame – Bermo, Niger, 27 giugno
(Marco LONGARI/AFP/LaPresse)
Un mandriano alla guida del bestiame – Bermo, Niger, 27 giugno (Marco LONGARI/AFP/LaPresse)

I fulani sono uno dei più grandi gruppi etnici dell’Africa Occidentale. Sono nomadi e una parte di loro vive ancora prevalentemente di allevamento: si spostano seguendo le stagioni, alla ricerca delle migliori condizioni per i loro animali, ma come racconta un reportage del fotografo italiano Marco Longari dal Niger, la loro vita si è fatta sempre più complicata, a causa del cambiamento climatico e dei periodi di siccità sempre più frequenti.

I pastori nomadi sono tra le comunità più esposte quando si tratta dell’impatto dei cambiamenti climatici. Temperature più elevate, modifiche dei livelli di umidità, frequenti tempeste di sabbia, diminuzione delle piogge, tutto può cambiare la qualità o persino la posizione del pascolo da cui dipendono. Il Niger – da cui i pastori si spostano  per arrivare nella Repubblica Centrafricana passando per il Camerun e il Ciad – è uno dei paesi più poveri del mondo, dipende dall’agricoltura e dalla pastorizia ed è colpito, come gran parte della superficie africana, dalla desertificazione, cioè dalla trasformazione in deserto di ambienti naturali semiaridi o aridi. Molti pastori hanno dovuto dimezzare il loro gregge, o vendere gli animali a prezzi bassissimi per sopravvivere: «Oggi abbiamo meno animali, raccolti più piccoli e più bocche da sfamare», ha detto all’AFP Djafarou Amadou, un ingegnere che lavora per l’organizzazione AREN (Association for Revitalize Herding in Niger).

Marco Longari è un fotoreporter italiano di 54 anni che ha lavorato e fotografato molti eventi importanti. Dalla primavera araba a una delle incursioni israeliane a Gaza, era in Egitto durante le elezioni del 2012, è stato in Siria e ha raccontato gli scontri contro il presidente Morsi, alla fine degli anni Novanta è stato in Kosovo, successivamente in Africa come corrispondente da Nairobi, ha fotografato la crisi nel Darfur e poi, nel 2008, si è occupato della guerra russo-georgiana. Nel 2012 è stato scelto dalla rivista statunitense Time come il miglior fotografo di news. Longari ha studiato fotografia presso l’Istituto Superiore di Fotografia di Roma e lavora per l’agenzia Agence France-Presse (AFP).