Il mercato delle sneaker contraffatte bene

Sempre più appassionati comprano repliche perfette, di alta qualità e costose, racconta il Wall Street Journal

(Imaginechina via AP Images)
(Imaginechina via AP Images)

L’estate scorsa un paio di rare Nike del 1972 è stato venduto all’asta da Sotheby’s per circa 393mila euro. È una cifra eccezionale, ma fa capire bene il valore che le scarpe da ginnastica hanno raggiunto nel tempo (sono sempre tra gli articoli più comprati di un marchio di abbigliamento), tanto che anche i modelli recenti vengono rivenduti nel mercato dell’usato su appositi siti (per esempio Stadium Goods) a prezzi che superano diverse volte quello originario sul mercato e che possono andare oltre il migliaio di euro.

Jacob Gallagher del Wall Street Journal ha raccontato come sempre più spesso molti appassionati e collezionisti comprino sneaker false: non quelle contraffatte e scarse che si trovano per 20-30 euro, ma copie quasi identiche all’originale nell’estetica, nella qualità e anche nel prezzo. In questi casi in inglese non si parla di fake, falsi, ma di replicas, riproduzioni.

Acquistare le sneaker che si desidera è sempre più complicato. Spesso le più ambite vengono messe in commercio con la tecnica del drop (cioè vengono vendute in edizione limitatissima e in pochi negozi in tutto il mondo); in altri casi bisogna accamparsi per ore fuori da un negozio nell’attesa che metta in vendita il modello, che va esaurito in poche ore.

Per questo sempre più appassionati si sono spostati sul mercato delle riproduzioni, o ci si avventurano quando non riescono a comprare l’originale. Su Reddit, per esempio, la pagina “Repsneakers” ha oltre 178.000 membri. È qui che gli utenti postano le foto delle riproduzioni che stanno valutando se comprare per sottoporle al “controllo qualità” degli altri utenti, che le analizzano in cerca di eventuali imperfezioni. Se una scarpa non supera il test, il cliente si rifiuta di comprarla e chiede al venditore di inviargli l’immagine di un lotto successivo e migliorato.

Sanjeev Das, un graphic designer di 26 anni del Maryland che ha parlato con il Wall Street Journal, ha spiegato che «se non fai parte del gruppo potresti scambiare le sneaker di queste foto per autentiche». Ha aggiunto anche che le prime repliche a uscire sul mercato sono spesso inesatte perché non c’è stato abbastanza tempo per studiarle nei particolari, ma che nel tempo le aziende che le producono si «avvicinano davvero un sacco» all’originale.

I venditori si fanno trovare grazie a siti improvvisati in cui pubblicano le foto delle sneaker che vendono, insieme ai loro contatti su WhatsApp, WeChat o via mail.

Stando alle ricerche del Wall Street Journal, la maggior parte dei venditori e delle aziende si trova in Cina; Gallagher ha provato a contattare cinque produttori via WhatsApp ma ha ricevuto soltanto una risposta che si rifiutava di discutere dell’argomento. È facile intuire perché: vendere merce contraffatta è un reato in molti paesi, tra cui l’Italia (comprarla per uso personale è invece un illecito amministrativo). È un mercato molto difficile da fermare, vista la quantità di merci che viene commercializzata; nel 2018 soltanto negli Stati Uniti sono stati spediti circa 600 milioni di piccoli pacchetti da 180 paesi, cosa che rende i controlli molto difficili.

La merce contraffatta, riproduzioni comprese, diminuisce il valore degli oggetti autentici ma molti clienti si chiedono quale sia in fondo la differenza, visto che spesso vengono prodotti nello stesso posto – la Cina – a volte usando gli stessi modelli delle sneaker originali.

L’anno scorso Vice News aveva per esempio raccontato la storia di Chan, uno studente di medicina in Regno Unito non meglio identificato, che nel 2016 aveva messo in piedi un traffico di sneaker facendo da intermediario tra gli appassionati su Reddit e i capi della fabbriche di scarpe di Putian, dove ci sono gli stabilimenti di Adidas e Nike. Dopo sei mesi di attività aveva raccolto 10mila clienti; da metà 2016 a fine 2017 vendeva fino a 120 paia di sneaker nelle giornate buone, con una media di 30 sneaker al giorno; in 18 mesi le vendite furono di 3 milioni di dollari.