Boeing Max
(AP Photo/Elaine Thompson)

Un pilota aveva segnalato “un problema notevole” dei Boeing 737 Max già nel 2016

Per mesi l’azienda produttrice di aerei Boeing ha sostenuto di non aver mai saputo che il nuovo sistema di sicurezza automatizzato dei 737 Max (probabile causa di due gravi incidenti aerei tra il 2018 e il 2019) non fosse in realtà sicuro.

Il 18 ottobre, però, l’azienda ha consegnato alle autorità statunitensi un verbale che rivela che nel 2016 Mark Forkner, un pilota di alto livello che stava lavorando allo sviluppo del 737 Max, si era detto molto preoccupato del nuovo sistema in una conversazione con un collega.

Nei messaggi, che risalgono a novembre del 2016 (mesi prima che il 737 Max ricevesse la certificazione dalla Federal Aviation Administration, o FAA, l’ente che regola l’aviazione civile negli Stati Uniti), Forkner si lamentava del fatto che il sistema avesse un comportamento imprevedibile e caotico nelle simulazioni di volo.
«Sicuramente sono io che faccio schifo a pilotare, ma anche in quel caso c’è un problema ed è grave», aveva detto al collega. Nei messaggi, Forkner ammette anche di aver involontariamente mentito alle autorità di regolamentazione sulla sicurezza del sistema, anche se non è chiaro a che cosa si riferisca precisamente.

L’esistenza di questa conversazione mette in difficoltà la difesa di Boeing, che ha sempre sostenuto di non aver fatto niente di scorretto, di non aver saputo nulla e di non essere responsabile dato che il modello Max aveva ricevuto la certificazione della FAA.
Il CEO di Boeing Dennis Muilenburg dovrà testimoniare davanti a due commissioni d’inchiesta del Parlamento statunitense il 29 e il 30 ottobre.

Continua sul Post
Exit mobile version