Cosa si sa del tentato rapimento di ieri a Torino

Sembra che c'entri una truffa e un tentativo di vendetta: quattro persone sono state arrestate

Un fermo immagine del video dell'operazione con cui la polizia ha sventato un tentato sequestro a piazza San Carlo e arrestato i rapitori, Torino 14 agosto 2019 (ANSA/UFFICIO STAMPA POLIZIA)
Un fermo immagine del video dell'operazione con cui la polizia ha sventato un tentato sequestro a piazza San Carlo e arrestato i rapitori, Torino 14 agosto 2019 (ANSA/UFFICIO STAMPA POLIZIA)

Tra ieri e oggi sono emersi nuovi dettagli sul tentato sequestro di un uomo e una donna avvenuto mercoledì mattina nel centro di Torino, a ridosso di piazza San Carlo. Secondo la polizia, il tentato rapimento sarebbe legato a una truffa precedente con la tecnica del cosiddetto “rip deal”, ovvero dare soldi falsi in cambio di soldi veri.

Tutto è iniziato verso le 10 di giovedì mattina, ha ricostruito la Stampa, quando un furgone nero modello Volswagen Touran è arrivato gran velocità nella centralissima via Giolitti a Torino. I tre uomini a bordo erano arrivati la sera passando per Aosta, dove avevano rubato delle targhe per mascherare la proprietà del furgone. Dal furgone sono scesi due uomini con il volo coperto da un passamontagna, che hanno tentato di immobilizzare un uomo e una donna che stavano camminando insieme sul marciapiede. La donna – una cittadina serbo-australiana di 35 anni – è stata trascinata con la forza sul furgone, dove è stata legata ai polsi con «delle fascette da elettricista», dice Repubblica. L’uomo è riuscito a fuggire e non è ancora stato rintracciato dalla polizia.


Quando il furgone è ripartito, i commercianti della via, che avevano assistito a tutta la scena, hanno chiamato la polizia. È iniziato così un inseguimento per le strade del centro di Torino, terminato solo quando i rapitori hanno preso via Giusti, a duecento metri di distanza dalla questura. Qui hanno chiesto a un’autorimessa privata di poter entrare. Il titolare del parcheggio, identificato solo come Andrea, ha detto a Repubblica che i tre uomini hanno chiesto se potevano lasciare il furgone al piano di sotto: «Parlavano inglese, sembravano dell’Est». Dopo la risposta negativa, i tre hanno fatto inversione per uscire ma sono stati fermati dalla polizia. La donna è stata liberata ed è stata portato in ospedale per accertamenti.

Dopo l’arresto dei tre uomini e la liberazione della donna rapita, è stata avviata un’indagine della Squadra Mobile coordinata dal pubblico ministero Valerio Longhi.

La polizia ha detto che il tentato rapimento sarebbe stato legato a una truffa subita mesi fa a Milano da uno dei rapitori, un imprenditore edile di origini tedesche che si occupava di cambio valute guadagnando il 20 per cento su ogni operazione: l’uomo aveva cercato di cambiare dei soldi in nero, ma aveva incontrato un truffatore che gli aveva rifilato soldi falsi. L’uomo sarebbe poi ritornato in Germania, dove avrebbe fatto svolgere delle indagini privatamente per individuare la persona che lo aveva truffato. Secondo i giornali, i tre rapitori avevano preso appuntamento con la coppia per incontrarsi a Torino: non è chiaro che ruolo abbiano in tutta la vicenda la donna sequestrata e l’uomo che era insieme a lei, e che è riuscito a scappare: la Stampa ha scritto che potrebbero essere intermediari del truffatore, entrambi o solo l’uomo in fuga.

Per il tentato rapimento la polizia ha arrestato tutti e tre gli uomini a bordo del furgone – tre cittadini tedeschi – e ha messo in stato di fermo un cittadino austriaco, ha scritto il Corriere. Sul furgone la polizia ha trovato ricetrasmittenti, pettorine con la scritta “Police”, finti cappellini dell’Interpol, spray urticanti, pugnali e perfette repliche di pistole. Il dirigenti della Squadra Mobile, Marco Martino, ha detto alla Stampa: «Un’azione realizzata goffamente ma pericolosa per le modalità. Le indagini non sono finite».