150 migranti potrebbero essere morti in un naufragio al largo della Libia

Lo dice l'UNHCR: se i numeri fossero confermati, sarebbe il peggior naufragio dall'inizio dell'anno nel Mediterraneo centrale

(AP Photo/Emilio Morenatti)
(AP Photo/Emilio Morenatti)

Nel pomeriggio di venerdì l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), l’agenzia dell’ONU che si occupa di rifugiati, ha detto che decine di migranti sono morti in un naufragio al largo delle coste libiche. Alcuni giornali parlano, citando fonti libiche, di almeno un centinaio di morti; secondo l’UNHCR i morti potrebbero essere fino a 150, mentre altre 140 sarebbero state riportate in Libia. La barca era partita dalla città libica di Homs, 120 chilometri a est della capitale Tripoli. Charlie Yaxley, portavoce dell’UNHCR, ha detto che i migranti sono stati soccorsi da un pescatore locale e poi consegnati alla cosiddetta “Guardia costiera libica“.

Yaxley ha spiegato che uno dei migranti sopravvissuti ha parlato di un numero elevatissimo di persone morte in mare, forse 150. Citando le testimonianze di alcuni dei sopravvissuti cui sta prestando aiuto, Medici Senza Frontiere ha parlato di «almeno 70 corpi in acqua» e ha aggiunto che le persone recuperate «sono sotto shock e hanno sintomi di pre-annegamento, come ipossia e ipotermia». Sempre secondo quanto riportato da Yaxley, molti dei migranti morti erano di origine eritrea. Julien Raickman, responsabile di Medici senza frontiere in Libia, ha raccontato al Corriere dell Sera che «una o più barche» si sono capovolte a poche miglia dalla costa, che «i primi ad intervenire sono stati i pescatori» e che «i sopravvissuti vengono portati dagli agenti libici in tre centri di detenzione tra Misurata, Khoms e Slitan».

Se il numero di morti fosse confermato, il naufragio di oggi sarebbe il peggiore avvenuto nel Mediterraneo centrale dall’inizio del 2019