La Corte Suprema olandese ha stabilito che i Paesi Bassi ebbero una «responsabilità molto limitata» nella morte di almeno 350 persone nel massacro di Srebrenica

Il memoriale di Potocari con 600 bare di persone uccise nella strage di Srebrenica seppellite qui nel 2003. (AP Photo/Sava Radovanovic)
Il memoriale di Potocari con 600 bare di persone uccise nella strage di Srebrenica seppellite qui nel 2003. (AP Photo/Sava Radovanovic)

La Corte Suprema olandese ha stabilito che i Paesi Bassi ebbero una «responsabilità molto limitata» nel massacro di Srebrenica, la strage più grave avvenuta in Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale, in cui nel 1995 morirono almeno 8mila persone. Secondo la Corte Suprema, i Paesi Bassi ebbero una responsabilità quantificabile al 10 per cento sulla morte di circa 350 persone, dopo che nel 2017 la stessa corte aveva quantificato la responsabilità al 30 per cento. La percentuale è importante soprattutto perché è in base a questa che i parenti delle vittime possono ottenere un risarcimento.

Durante la guerra che si combatteva in quegli anni in Jugoslavia, i soldati dei Paesi Bassi facevano parte della missione di pace delle Nazioni Unite. Alcuni di loro – che si trovavano nell’area di Srebrenica, una città musulmana in una regione a maggioranza serba della Bosnia – non opposero resistenza alle forze serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladic, che poterono così uccidere deliberatamente i musulmani bosniaci che si erano rifugiati lì.

Cosa fu il massacro di Srebrenica