C’è stata una grossa operazione contro un clan mafioso a Palermo

(Johanna Hoelzl/picture-alliance/dpa/AP Images)
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Diciannove persone accusate di appartenere al clan mafioso del quartiere di Passo di Rigano sono state arrestate o fermate a Palermo per i reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata, concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori aggravato, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso. L’operazione è stata condotta dalla Squadra mobile di Palermo ed è avvenuta in contemporanea a una serie di perquisizioni a New York condotte dall’FBI contro esponenti e persone vicine al clan; in tutto sono stati impiegati 200 agenti. I provvedimenti restrittivi sono stati disposti dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Palermo a partire da un’indagine iniziata tre anni fa. Quest’ultima inchiesta è stata condotta dal pool antimafia di Palermo coordinato dal procuratore Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Salvatore De Luca.

Tra i principali arrestati ci sono Francesco e Tommaso Inzerillo, soprannominati rispettivamente u truttaturi e u muscuni: sono il fratello e il cugino di Salvatore Inzerillo, cugino del boss di Brooklyn Carlo Gambino, e a capo di un grosso traffico internazionale di droga prima di essere ucciso nel 1981 da Totò Riina. Riina, nemico degli Inzerillo, li costrinse a scappare negli Stati Uniti; i sopravvissuti erano tornati a Palermo nei primi anni Duemila dove avevano ricostituito la famiglia e gli affari, controllando capillarmente il quartiere di Passo di Rigano, con la fornitura alimentare all’ingrosso, la gestione dei giochi e delle scommesse online, le classiche estorsioni. Tra gli arrestati c’è anche il sindaco di Torretta, Salvatore Gambino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. L’operazione ha mostrato anche i legami tra il clan di Passo di Rigano e la mafia statunitense, in particolare la famiglia newyorkese dei Gambino.