Due novità sul caso Lega-Russia

Salvini ha negato qualsiasi collegamento con Savoini, ma è stato smentito, e i giornali hanno scoperto che la Lega provò a legalizzare il finanziamento dall'estero dei partiti

(ANSA/GIUSEPPE LAMI)
(ANSA/GIUSEPPE LAMI)

Sono passati due giorni dalla pubblicazione da parte del sito americano BuzzFeed della registrazione di un collaboratore di Salvini, Gianluca Savoini, che chiede ad alcuni cittadini russi un finanziamento illegale per la Lega, e sono cominciati ad arrivare i primi approfondimenti e le prime reazioni elaborate. Salvini e la sua portavoce, ad esempio, hanno nuovamente negato tutto, hanno parlato di un complotto e hanno pubblicato un’ampia smentita in cui cercano di sminuire il ruolo di Savoini, venendo però smentiti a loro volta dagli autori delle inchieste.

Nel frattempo, Repubblica e il Foglio hanno scoperto che per due volte negli ultimi mesi la Lega aveva tentato di modificare la legge che proibisce ai partiti di ricevere donazioni provenienti dall’estero. Il primo tentativo, fallito, venne fatto pochi giorni dopo l’incontro descritto da BuzzFeed; il secondo avvenne lo scorso aprile, quando la Lega riuscì a rendere legali le donazioni provenienti dall’estero verso fondazioni e associazioni (che spesso sono un canale utilizzato direttamente o indirettamente per far arrivare fondi ai partiti).

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La notizia principale è comunque la smentita ufficiale dell’inchiesta di BuzzFeed pubblicata dall’attuale portavoce di Salvini, Iva Garibaldi. Dopo il primo, brevissimo, commento di Salvini nel giorno della pubblicazione dell’inchiesta (quando disse di non aver «mai preso un rublo da nessuno»), Garibaldi ha scritto che l’associazione Lombardia Russia guidata da Savoini «non ha nulla a che fare con la Lega» e che Savoini «non ha mai fatto parte di delegazioni ufficiali in missione a Mosca con il ministro». Salvini, in un breve commento a margine di un evento della Polizia, ha detto che la Lega sta venendo presa da mira da forze non meglio specificate perché «scomoda».

In realtà esistono prove fotografiche della presenza di Savoini in tutti i viaggi compiuti da Salvini in Russia da quando, alla fine del 2013, è stato eletto segretario della Lega, compresi gli ultimi in cui Salvini era ministro. Garibaldi non sostiene che Savoini non fosse presente in Russia contemporaneamente a Salvini, ma dice che non faceva parte delle «delegazioni ufficiali». Nelle fotografie del viaggio avvenuto lo scorso luglio, Savoini è però presente nella delegazione ministeriale, durante un incontro formale al ministero dell’Interno russo con l’omologo di Salvini.

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Durante il viaggio avvenuto ad ottobre, Savoini non compare nelle fotografie ufficiali, ma nel corso dell’incontro all’hotel Metropol, quello registrato, fa i nomi di due persone, il vice primo ministro russo Dimitry Kozok e il dirigente di Russia Unita Vladimir Pligin, con le quali, secondo diversi resoconti giornalistici mai smentiti, Salvini si era incontrato proprio la sera prima. L’incontro non era nelle agende ufficiali dei partecipanti ed è rimasto segreto fino a quando non è stato rivelato dai giornali molte settimane dopo.

Prima della pubblicazione dell’inchiesta di Buzzfeed, inoltre, numerose fonti avevano sempre giustificato la presenza di Savoini in Russia come quella di un consigliere del ministro che faceva parte del suo staff. Lo stesso Savoini si era descritto così nelle precedenti interviste. In ogni caso, anche se il fondatore di Lombardia Russia non è una figura di primo piano nella Lega, conosce Salvini dagli anni Novanta e ne è stato il portavoce per due anni, tra il 2014 e il 2015.

Per quanto riguarda i rapporti tra l’associazione Lombardia Russia e la Lega, totalmente negati dall’attuale portavoce di Salvini, diversi giornalisti hanno notato che la sede dell’associazione è nello stesso stabile di Milano dove ha sede la Lega (anche se si entra da un ingresso differente), un luogo dove Savoini ha installato la sua associazione poco dopo l’arrivo di Salvini alla segreteria del partito. Proprio nel corso del congresso che portò alla sua elezione intervenne con un discorso celebrativo di Salvini un altro membro dell’associazione, Alexey Komov, presidente onorario di Lombardia Russia e uomo di fiducia di un noto oligarca russo di estrema destra molto vicino al governo.

L’altra importante novità di oggi è la scoperta fatta dal giornalista Carmelo Lopapa di Repubblica che ha rintracciato i testi di due emendamenti presentati dalla Lega, uno respinto l’altro accolto, che riguardano proprio i finanziamenti ai partiti provenienti dall’estero. Il primo e il più imbarazzante è stato presentato da alcuni parlamentari della Lega alla fine di ottobre, appena dieci giorni dopo l’incontro all’hotel Metropol di Mosca di cui Buzzfeed ha pubblicato le registrazioni, con lo scopo di modificare la legge anticorruzione voluta dal Movimento 5 Stelle (il cosiddetto “spazzacorrotti“). L’emendamento era lungo appena una riga e prevedeva di cancellare il divieto di finanziamento estero ai partiti (l’emendamento è stato soppresso senza altre conseguenze).

Il secondo emendamento risale ad aprile e prevedeva che le fondazioni e le associazioni venissero esentate dal divieto di finanziamenti proveniente dall’estero. Un’ulteriore modifica chiesta dal Movimento 5 Stelle ha fatto sì che venisse inserito un comma per impedire ad associazioni e fondazioni di passare quei finanziamenti ai partiti, ma, nota Lopapa, gli esperti della materia notano che è una precisazione inutile, visto che è di fatto impossibile verificare cosa fanno fondazioni e associazioni con il denaro ricevuto in donazione.

In questi giorni diversi giornali e numerose fonti hanno confermato l’esistenza di un’indagine della procura di Milano sulla vicenda dei finanziamenti alla Lega provenienti dall’estero. In Parlamento il Movimento 5 Stelle ha detto di essere favorevole all’apertura di una commissione di inchiesta sulla vicenda, come quella chiesta dal PD, ma ha specificato che dovrà riguardare i finanziamenti di tutti i partiti.