Dall’inizio dell’offensiva di Assad contro i ribelli a Idlib sono morti 544 civili, dice il Syrian Network for Human Rights

Idlib, il 30 settembre 2018 (OMAR HAJ KADOUR/AFP/Getty Images)
Idlib, il 30 settembre 2018 (OMAR HAJ KADOUR/AFP/Getty Images)

Dall’inizio dell’offensiva del regime siriano di Bashar al Assad contro i ribelli a Idlib, in Siria, sono morti 544 civili e più di 2000 sono stati feriti, dice il Syrian Network for Human Rights (SNHR), un’organizzazione non governativa che dal 2011 monitora i morti della guerra in Siria. L’offensiva era iniziata a fine aprile e le forze di Assad sono state da allora aiutate da quelle russe: l’obiettivo dell’attacco è riconquistare l’ultima provincia della Siria ancora nelle mani dei ribelli, controllata da gruppi radicali e jihadisti. Secondo il SNHR, negli ultimi mesi l’esercito russo ha condotto decine di bombardamenti aerei contro edifici civili nella zona di Idlib, tra cui molti ospedali; la Russia ha negato le accuse, dicendo che le sue forze si sono limitate a rispondere agli attacchi di gruppi jihadisti.

Idlib, che si trova nel nord ovest della Siria, non è una provincia come le altre. Da molto tempo è il posto dove si rifugiano i siriani sfollati, coloro che hanno paura delle ritorsioni del regime e che non vogliono fare il servizio militare, e i ribelli costretti a lasciare i territori un tempo sotto il loro controllo. Qui vivono oggi più di tre milioni di persone, il doppio della popolazione registrata prima dell’inizio degli scontri. La maggior parte della popolazione civile si trova da tempo in mezzo a due fuochi: da una parte i ribelli jihadisti, dall’altra il timore di subire ritorsioni del regime, le cui forze di sicurezza sono state spesso accusate di agire in maniera violenta e arbitraria.