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  • Martedì 2 luglio 2019

C’è un accordo sulle nomine europee

Dopo un nuovo negoziato, i capi di stato e di governo hanno trovato un compromesso: la nuova presidente della Commissione dovrebbe essere la tedesca Ursula von der Leyen

(Geoffroy van der Hasselt, Pool Photo via AP)
(Geoffroy van der Hasselt, Pool Photo via AP)

Oggi pomeriggio i capi di stato e di governo dell’Unione Europea si sono trovati di nuovo a Bruxelles per discutere il rinnovo delle principali cariche istituzionali dell’Unione, dopo che i lunghissimi negoziati fra domenica e lunedì non avevano portato a nulla. La riunione di oggi è iniziata alle 16.20 e si è conclusa intorno alle 19. Il Consiglio Europeo proporrà la tedesca Ursula von der Leyen per la presidenza della Commissione, Charles Michel per la presidenza del Consiglio, Josep Borrell come Alto rappresentante per gli affari esteri e Christine Lagarde come presidente della Banca centrale europea. Non è chiaro se ci sia un accordo per la presidenza del Parlamento Europeo.

– leggi anche: chi è Ursula von der Leyen

Nelle prime ore di lunedì sembrava che si fosse trovato un accordo per assegnare la presidenza della Commissione Europea, cioè la carica più ambita, al candidato dei Socialisti Frans Timmermans, il favorito della vigilia, quelle del Parlamento e dell’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri ai Popolari, e quella del Consiglio ai Liberali; nelle ore successive però è diventato chiaro che il compromesso non era appoggiato da una maggioranza sufficiente.

Nella tarda mattinata avevano iniziato a circolare nomi diversi: per la presidenza della Commissione sta girando quello di Ursula von der Leyen, attuale ministra tedesca della Difesa ed espressione dei Popolari, mentre per il Consiglio era rientrato in gioco Charles Michel, il primo ministro uscente del Belgio. Entrambi sono finiti nel pacchetto finale proposto dal Consiglio. Michel e Lagarde potranno essere nominati direttamente dal Consiglio, mentre la nomina di von der Leyen dovrà essere ratificata dal Parlamento Europeo.

Le principali cariche che vanno rinnovate sono cinque, e verranno assegnate alla fine di un complesso gioco di incastri che le riguarda tutte. Da qui a novembre verranno rinnovati il presidente della Commissione (cioè il governo dell’UE), il presidente del Consiglio Europeo (da non confondersi col Consiglio dell’Unione Europea), l’Alto Rappresentante degli Affari Esteri, la presidenza del Parlamento e della Banca Centrale.

Le nomine vengono decise dalla maggioranza che governerà i lavori della prossima legislatura, e che comprende Popolari, Socialisti, Liberali e Verdi. Alla difficoltà di mettere d’accordo quattro famiglie politiche diverse, si era aggiunto il fatto che le nomine dovessero anche rispettare criteri geografici – bisognava cercare di non scontentare nessuno dei paesi più importanti, né i blocchi di paesi che si muovono in maniera coordinata – e di genere.

Von der Leyen ha 60 anni ed è nata vicino a Bruxelles, in Belgio: suo padre lavorava come funzionario di alto livello alla Commissione Europea. Ha studiato medicina e a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta ha lavorato in una clinica di Hannover, in Germania. È entrata in politica nei primi anni Duemila con la CDU, il partito centrista di Angela Merkel. Ricopre ruoli di governo dal 2005: negli anni è stata ministra della Famiglia, del Lavoro, e dal 2013 è ministra alla Difesa. È sposata con Heiko von der Leyen, medico e discendente di una nota famiglia nobile tedesca, di cui ha preso il cognome (da nubile si chiamava Albrecht: è cugina del noto direttore d’orchestra tedesco Marc Albrecht). La coppia ha sette figli.