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  • Mercoledì 12 giugno 2019

Il Venezuela sta finendo il carburante

Il paese con le più grandi riserve di petrolio al mondo sta facendo i conti da settimane con code chilometriche ai distributori di benzina, lunghe giorni interi

Cabimas, Venezuela, 15 maggio 2019 (AP Photo/Rodrigo Abd)
Cabimas, Venezuela, 15 maggio 2019 (AP Photo/Rodrigo Abd)

In Venezuela è iniziata una nuova ennesima grave crisi: da qualche settimana fare benzina può richiedere ore di coda, a volte anche giorni interi. Nonostante abbia le più grandi riserve di greggio al mondo, infatti, il Venezuela sta finendo il carburante, a causa soprattutto della mancanza di investimenti negli impianti di sfruttamento del petrolio, tra cui le raffinerie, e delle sanzioni imposte di recente dal governo statunitense contro il regime del presidente Nicolás Maduro.

La crisi del carburante non è una cosa nuova in Venezuela. È stato un fenomeno frequente per anni, dovuto soprattutto agli episodi di corruzione e alla cattiva gestione del settore energetico nazionale. Per molto tempo, però, ha riguardato per lo più le zone occidentali, dove i trafficanti vendevano carburante venezuelano al di là del confine con la Colombia a un prezzo molto più alto di quello fissato nel paese. La differenza è che ora la crisi è diffusa praticamente in tutto il Venezuela e ha raggiunto nuovi picchi.

Antero Alvarado, esperto del settore energetico per la società di consulenza GasEnergy Latin America, con sede a Caracas, ha detto al Wall Street Journal che la raffineria di Paraguaná, una delle più grandi del mondo, sta operando al 10 per cento delle sue possibilità. Ad aprile 2019 la produzione di greggio è crollata a 768mila barili al giorno, rispetto ai 3 milioni della fine degli anni Novanta.

La crisi del carburante è precipitata dopo l’annuncio di gennaio del governo statunitense di nuove sanzioni contro il regime di Maduro, alcune delle quali hanno colpito l’azienda energetica nazionale Petróleos de Venezuela. Gli Stati Uniti hanno fatto anche pressioni su altri paesi del mondo, come per esempio l’India, per convincerli a non comprare più petrolio dal Venezuela.

Il risultato di questa situazione è che in alcune città venezuelane le code che si formano ai distributori di benzina sono chilometriche e possono durare giorni, come a Puerto Ordaz, nell’est del paese. Il governo venezuelano ha limitato l’acquisto di benzina ai distributori: in alcuni stati si possono comprare fino a 30 litri alla settimana. Molte persone sono costrette a saltare il lavoro e non riescono a portare i figli a scuola perché trascorrono giorni interi in fila in attesa del loro turno, e molti agricoltori non riescono a consegnare i loro prodotti in città. Paul Márquez, capo di un’associazione di allevatori dello stato occidentale di Zulia, ha detto che «c’è una paralisi totale. Siamo in una situazione complicata e praticamente passiamo tutto il nostro tempo ai distributori in attesa di fare benzina».

Quella del carburante è solo l’ultima di moltissime altre crisi che stanno colpendo da tempo il Venezuela. Gli Stati Uniti e diversi governi europei e latinoamericani stanno facendo pressioni da mesi affinché Maduro rinunci al potere e convochi nuove elezioni libere e democratiche. Finora però i tentativi di rovesciare il suo regime non hanno avuto successo, e il principale oppositore venezuelano, Juan Guaidó, sembra non essere riuscito a ottenere il fondamentale appoggio di importanti settori dell’esercito.