Il Man Booker Prize International è stato vinto da un romanzo scritto in arabo

Si intitola "Celestial Bodies" e la sua autrice, Jokha Alharthi, è la prima scrittrice dell'Oman a essere tradotta in inglese

La scrittrice Jokha Alharthi e la traduttrice Marilyn Booth dopo aver vinto il Man Booker International Prize a Londra, il 21 maggio 2019 (Peter Summers/Getty Images)
La scrittrice Jokha Alharthi e la traduttrice Marilyn Booth dopo aver vinto il Man Booker International Prize a Londra, il 21 maggio 2019 (Peter Summers/Getty Images)

Il 21 maggio è stato assegnato il Man Booker International Prize, il più importante premio letterario dedicato alla narrativa tradotta in inglese nel Regno Unito, e per la prima volta ha vinto un romanzo scritto in arabo. Si intitola Celestial Bodies ed è stato scritto dalla scrittrice dell’Oman Jokha Alharthi: è la prima autrice donna del suo paese un cui libro viene tradotto in inglese. Insieme al riconoscimento Alharthi ha vinto 25mila sterline (28mila euro) e la stessa cifra è stata vinta da Marilyn Booth, la studiosa americana che ha tradotto Celestial Bodies in inglese. Il romanzo racconta le storie di tre sorelle, una che si sposa con un uomo ricco dopo una delusione d’amore, una che si sposa per dovere e la terza che aspetta un uomo emigrato in Canada.

Il Man Booker International Prize esiste dal 2005. Fino al 2015 veniva assegnato ogni due anni all’opera omnia di un autore scritta in inglese o disponibile in inglese, ma dal 2016 è diventato annuale e ogni anno viene scelta una singola opera, scritta in una lingua diversa dall’inglese e tradotta. Il concorso vuole infatti valorizzare e sostenere la letteratura straniera e dare importanza anche al lavoro dei traduttori. È il corrispettivo internazionale del Man Booker Prize, consegnato al miglior romanzo pubblicato nel Regno Unito durante l’anno, che deve essere scritto originariamente in inglese; quest’anno lo ha vinto Milkman della scrittrice nordirlandese Anna Burns.