Joko Widodo è stato rieletto presidente dell’Indonesia, il suo sfidante Prabowo Subianto lo ha accusato di brogli

Joko Widodo, in bianco, e Prabowo Subianto, in nero, prima di un dibattito televisivo, Jakarta, 17 gennaio 2019 (AP Photo /Tatan Syuflana)
Joko Widodo, in bianco, e Prabowo Subianto, in nero, prima di un dibattito televisivo, Jakarta, 17 gennaio 2019 (AP Photo /Tatan Syuflana)

La Commissione elettorale indonesiana ha terminato il conteggio delle complicate elezioni presidenziali, parlamentari e regionali che si erano tenute il 17 aprile, annunciando che il presidente Joko Widodo è stato rieletto con il 55,5 per cento dei voti contro il 44,5 dell’altro candidato, l’ex generale Prabowo Subianto. In particolare, Widodo ha ottenuto più di 85 milioni di voti sul totale di 154 milioni. La coalizione di partiti a sostegno di Widodo ha ottenuto più di metà dei voti e la maggioranza in Parlamento; il Partito Democratico Indonesiano di Lotta, a cui appartiene il presidente, è stato il più votato, con 27 milioni di preferenze. Subianto ha accusato gli avversari di brogli e ha detto che non accetterà il risultato ma che «continuerà a fare sforzi legali in linea con la Costituzione per difendere il mandato del popolo».

Da giorni Subianto accusava gli avversari di brogli ma lunedì un membro della Commissione aveva respinto le accuse per mancanza di prove, come avevano sostenuto anche analisti e osservatori indipendenti. La Commissione ha annunciato i risultati alle due di notte e con un giorno di anticipo, probabilmente per prendere di sorpresa i sostenitori di Subianto che avevano fissato una grande manifestazione per mercoledì. Azis Subekti, rappresentante di lista per Prabowo, si è rifiutato di firmare e convalidare i risultati e anche il capo della campagna elettorale ha detto che Prabowo li contesterà alla Corte Costituzionale: ha tre giorni di tempo per fare ricorso. Nel frattempo la polizia ha rafforzato la sicurezza attorno alla sede della Commissione, circondandola con filo spinato e facendo schierare carri armati e cannoni ad acqua.

Una delle giornate elettorali più complicate di sempre