Un tribunale d’appello belga ha stabilito che l’ex re Alberto II dovrà sottoporsi a un test del DNA

L'ex re del Belgio Alberto II e la moglie, la regina Paola, Bruxelles, 19 febbraio 2019
(Albert Nieboer/picture-alliance/dpa/AP Images)
L'ex re del Belgio Alberto II e la moglie, la regina Paola, Bruxelles, 19 febbraio 2019 (Albert Nieboer/picture-alliance/dpa/AP Images)

Una corte d’appello belga ha stabilito che l’ex re Alberto II del Belgio, che nel 2013 aveva abdicato a favore del figlio Filippo, sarà multato di 5.000 euro al giorno se non si sottoporrà a un test del DNA. Il test era stato richiesto da un tribunale per stabilire la sua eventuale paternità della 50 enne Delphine Boël: l’ex re, che ha 85 anni, avrebbe avuto tre mesi di tempo per fornire una provetta con la sua saliva, altrimenti Boël sarebbe stata considerata automaticamente sua figlia naturale e avrebbe potuto partecipare all’eredità. Alberto II si era rifiutato sostenendo di non essere il padre della donna e aveva fatto ricorso in appello.

I primi pettegolezzi su un suo presunto figlio illegittimo dell’ex re erano venuti fuori nel 1999 in una biografia non autorizzata su sua moglie, Paola Ruffo di Calabria. Nel 2005 Delphine Boël aveva confermato in un’intervista di essere sua figlia naturale: sua madre, la baronessa Sybille de Selys Longchamps, sosteneva di aver avuto una storia con l’ex re dal 1966 al 1984, quando era ancora soltanto principe di Liegi.