L’ispettorato del lavoro britannico non manderà più i suoi funzionari in Brunei dopo l’approvazione della legge islamica

Una coppia di sposi si fa fotografare davanti alla moschea Omar Ali Saifuddien a Bandar Seri Begawan, capitale del Brunei. (AFP/LaPresse)
Una coppia di sposi si fa fotografare davanti alla moschea Omar Ali Saifuddien a Bandar Seri Begawan, capitale del Brunei. (AFP/LaPresse)

L’organizzazione governativa britannica che si occupa di salute e sicurezza sul lavoro (HSE, paragonabile all’ispettorato del lavoro italiano) ha interrotto la collaborazione con il Brunei, dopo che il piccolo sultanato sull’isola del Borneo ha introdotto nuove leggi che prevedono la pena di morte tramite lapidazione per gli omosessuali e gli adulteri, come stabilito dalla legge islamica. L’HSE stava cercando tre persone da inviare in Brunei per collaborare con l’agenzia governativa corrispondente del Paese, ma ha sospeso la ricerca un giorno dopo l’annuncio dell’entrata in vigore delle nuove leggi. Stando a quanto scrive il Guardian, i progetti con il Brunei verranno sospesi in attesa «di un’approfondita revisione della situazione».

Le nuove leggi contro l’adulterio e i rapporti sessuali omosessuali sono entrate in vigore mercoledì scorso e si basano sulla sharia, la legge islamica. Le leggi prevedono tra le altre cose la pena di morte per lapidazione: erano state annunciate a fine marzo dal sultano Hassanal Bolkiah e avevano provocato le proteste dell’ONU, di molti governi stranieri e di diverse celebrità, tra cui l’attore statunitense George Clooney e la pop star britannica Elton John. Dopo l’approvazione le proteste dei gruppi per i diritti umani sono continuate , tra cui il boicottaggio a Londra degli hotel di lusso di proprietà del Brunei.