Yale
Yale University (Christopher Capozziello/Getty Images)

Le tangenti per far ammettere i propri figli nelle università statunitensi

La storia di cui da quelle parti si parla da ieri, che coinvolge anche qualche personaggio famoso

Cinquanta persone – tra cui imprenditori, amministratori delegati e attrici – sono state accusate negli Stati Uniti di aver pagato delle tangenti per garantire ai propri figli l’ammissione ad alcune prestigiose università. William Rick Singer, l’uomo ritenuto a capo del sistema e accusato tra le altre cose di associazione a delinquere, riciclaggio, ostruzione della giustizia, si è dichiarato colpevole in un tribunale di Boston martedì 12 marzo. Ha collaborato con le indagini, e negli ultimi tempi aveva incontrato le altre persone coinvolte nella truffa con addosso un registratore.

Essere ammessi nelle migliori università statunitensi è molto complesso: servono ottimi voti e ottimi risultati nei test attitudinali. Il sistema al centro di questo caso, che avrebbe avuto un giro d’affari da 25 milioni di dollari, si basava in molti casi sulla corruzione degli allenatori delle squadre sportive delle università, per far ammettere gli studenti come atleti (categoria di ammissione favorita) indipendentemente dalle loro capacità sportive: venivano create delle storie false per poi giustificare la richiesta di ammissione. Le tangenti permettevano anche di modificare i risultati dei test attitudinali di ammissione ai college, o di sottoporre ai test delle persone che sostituivano i candidati.

Durante l’indagine, condotta dall’FBI con il nome in codice Operation Varsity Blues, si è scoperto che questa rete faceva capo a William Rick Singer, un uomo californiano di 58 anni che gestisce la The Edge College & Career Network, una società di consulenza per aiutare gli studenti a preparare i test di ammissione ai college. In tribunale Singer – dopo aver deciso di collaborare alle indagini – si è dichiarato colpevole di tutte le accuse: «Sistemavo tutto e ho effettuato i pagamenti direttamente». Il sistema ha coinvolto diverse università: Georgetown, Stanford, Yale, USC (University of Southern California), Wake Forest University, University of San Diego e altre ancora. Tra le 50 persone accusate ci sono 33 genitori, nove allenatori, vari amministratori degli atenei (responsabili soprattutto dei test di ammissione) e, infine, alcuni collaboratori di Singer.

Tra i genitori coinvolti ci sono anche le attrici Lori Loughlin (conosciuta per la sitcom Le amiche di mamma) e Felicity Huffman (una delle protagoniste della serie Desperate Housewives). Secondo le indagini, Loughlin e il marito, lo stilista Mossimo Giannulli, hanno accettato di pagare tangenti per 500 mila dollari per facilitare l’ammissione delle loro due figlie alla University of Southern California. L’FBI ha intercettato delle telefonate che coinvolgono l’attrice e una testimone avrebbe raccontato che Loughlin avrebbe disposto la costruzione di un falso profilo da atleta per la figlia facendola fotografare su un vogatore per sostenere che facesse parte della squadra L.A. Marine Club. Questa mattina Loughlin è stata arrestata a Los Angeles. Huffman e il marito, l’attore William H. Macy, avrebbero pagato invece 15 mila dollari per ottenere, per la figlia, un tempo illimitato per sostenere il test di ammissione. Avrebbero anche avviato delle trattative per far aumentare i punteggi dei test di ammissione di una seconda figlia, senza poi portarle a termine.

Per ora non sono emerse responsabilità da parte delle università o degli studenti, che in molti casi non sapevano nulla, ma alcuni atenei hanno già fatto sapere di aver licenziato o sospeso le persone coinvolte nell’indagine: allenatori, direttori sportivi, responsabili dei test.

Le tangenti andavano da poche migliaia di dollari fino a 6 milioni, ha detto John Bonavolonta, agente speciale dell’FBI responsabile del caso: «Queste azioni sono state, senza dubbio, insidiose, egoiste e vergognose (…). Crediamo che tutti gli accusati abbiano avuto un ruolo nel promuovere una cultura della corruzione e dell’avidità che ha creato un campo di gioco non uniforme per gli studenti che cercano di entrare in queste scuole nel modo giusto attraverso un duro lavoro e buoni voti». Il procuratore del Massachusetts Andrew E. Lelling ha commentato che «non può esserci un’ammissione separata al college per i ricchi», assicurando che non ci sarà «nemmeno un sistema separato di giustizia».

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