Molière e il “Malato immaginario”

346 anni fa, oggi, andò in scena l'ultima e famosissima opera del più grande commediografo francese

L'attore britannico Donald Wolfit nella parte di Argante, in una rappresentazione del "Malato Immaginario" al Theatre Royal di Brighton, nel 1943
(Tunbridge/Tunbridge-Sedgwick Pictorial Press/Getty Images)
L'attore britannico Donald Wolfit nella parte di Argante, in una rappresentazione del "Malato Immaginario" al Theatre Royal di Brighton, nel 1943 (Tunbridge/Tunbridge-Sedgwick Pictorial Press/Getty Images)

Il 10 febbraio 1673 – 346 anni fa – Molière presentò al Palais-Royal la sua ultima opera teatrale: una commedia in tre atti che si chiamava Il malato immaginario (Le malade imaginaire, nella versione originale).
Nell’opera, Molière recitava la parte di Argante, un personaggio farsesco con una grave forma di ipocondria, che cerca di convincere la figlia a rinunciare al “vero amore” e sposarsi con il figlio del medico, per risparmiare sulle parcelle. Una settimana dopo la prima, durante la quarta replica dello spettacolo, Molière svenne: morì poche ore dopo.

Molière è considerato uno dei più importanti commediografi mai esistiti, e forse il più grande artista nella storia del teatro francese. Le sue opere satiriche prendevano in giro spietatamente le contraddizioni, le manie, le illusioni umane e mescolavano il balletto, la musica e la comicità in un nuovo genere che trasformava la buffoneria in una sottile critica sociale.
Molière nacque il 15 gennaio 1622 a Parigi. Il suo vero nome era Jean-Baptiste Poquelin: suo padre era un agiato tappezziere e mobiliere che lavorava per la corte di Luigi XIII. All’inizio degli anni ’40 del ‘600 il padre gli propose di cominciare a fare il suo stesso lavoro. Lui rifiutò, prese il nome di Molière e decise di mettersi a fare l’attore e dedicarsi al teatro.
Per quasi quindici anni ebbe grandi difficoltà economica (fu anche incarcerato per debiti), ma nel 1658 le cose cambiarono quando la sua compagnia recitò davanti a re Luigi XIV, che apprezzò molto Il dottore innamorato. La compagnia venne autorizzata a occupare il teatro del palazzo Petit-Bourbon.

Nonostante il sostegno reale, ci furono molti tentativi di censurare le opere di Molière. La sua commedia Il Tartufo (o Tartuffo), ad esempio, considerata oggi uno dei suoi capolavori, fu rappresentata per la prima volta nel 1664 e subito messa al bando per via della satira antireligiosa. Tutto questo avveniva nel disinteresse di Molière, che nella prefazione al Tartufo scrisse: «Il compito della commedia è correggere i vizi degli uomini facendoli divertire».

Per l’anniversario della prima del Malato immaginario, Google ha pubblicato un doodle in cui si vedono scene di alcune delle opere più famose di Molière: Don Giovanni (o Il convitato di pietra), L’Avaro, La scuola delle mogli, e il Malato immaginario, appunto.