Pinuccia Montanari, assessore ai rifiuti di Roma, si è dimessa

Un cassonetto bruciato in via Livio Andronico a Roma, 7 gennaio 2019
(ANSA/LUCIANO DEL CASTILLO)
Un cassonetto bruciato in via Livio Andronico a Roma, 7 gennaio 2019 (ANSA/LUCIANO DEL CASTILLO)

Pinuccia Montanari, assessore ai rifiuti di Roma, si è dimessa dopo che la giunta ha bocciato il bilancio 2017 di AMA, l’azienda municipale che si occupa della raccolta dei rifiuti. Montanari, scrive il Messaggero, è considerata “vicinissima all’ad Lorenzo Bagnacani” e a Beppe Grillo. È la nona persona a lasciare la giunta di Virginia Raggi in due anni e mezzo. “Dopo undici mesi infatti i crediti contestati dal Comune alla sua municipalizzata dei rifiuti non hanno trovato una soluzione, nemmeno il Fondo di garanzia creato ad hoc dall’ad Lorenzo Bagnacani nel secondo bilancio”.

Montanari – che si occupa da tempo di ambiente e del ciclo dei rifiuti, e tra il 2004 e il 2009 è stata assessore all’Ambiente di Reggio Emilia –  ha giudicato «ingiustificata» la decisione della giunta.  «Ritengo di fatto del tutto ingiustificata la bocciatura del bilancio che getta un’azienda che dà lavoro a oltre 11.000 romani in una situazione di precarietà che prelude a procedure fallimentari». La situazione dei rifiuti a Roma è precaria da anni e molto grave da qualche mese, con cumuli di spazzatura agli angoli di moltissime strade. A Roma solo il 40 per cento dei rifiuti viene differenziato, mentre il resto finisce in discarica (in altre città italiane, per esempio a Milano, la maggioranza dei rifiuti viene differenziata, mentre il resto viene smaltito dai termovalorizzatori).

Scrive Repubblica:

Allo stato attuale, dunque, l’Ama rischia la messa in liquidazione. Senza un nuovo consuntivo, gli ultimi risultati utili dell’azienda rimangono fermi al 2016, quando ha chiuso con un attivo di 626mila euro, e con un debito esploso a 1,7 miliardi, accumulando in soli 12 mesi 60 milioni di debito in più verso in fornitori e 400 milioni verso il Comune. Ed è sul fronte dei creditori che si agitano le banche, esposte nei confronti di Ama per diverse centinaia di milioni di euro e decise a esercitare la loro pressione sul Comune affinché metta in sicurezza i conti della municipalizzata.

Ora, dunque, dopo la bocciatura del bilancio, le banche che vantano importanti crediti con la società potrebbero farsi sentire per chiedere ancora una volta al Campidoglio garanzie rispetto ai debiti contratti da Ama e ancora da onorare. In caso contrario il rischio è quello di una chiusura delle linee di credito che comporterebbe una crisi di liquidità per l’azienda.