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  • Giovedì 31 gennaio 2019

La messa iniziata 96 giorni fa per proteggere una famiglia di migranti armeni è terminata

I sacerdoti e i volontari della chiesa di Bethel, all'Aia, hanno ottenuto quello che volevano: evitare l'espulsione dei migranti

Un momento della messa alla chiesa protestante di Bethel all'Aia, Paesi Bassi (video di CBC News)
Un momento della messa alla chiesa protestante di Bethel all'Aia, Paesi Bassi (video di CBC News)

La messa iniziata 96 giorni fa in una chiesta protestante dell’Aia, nei Paesi Bassi, è infine terminata. La messa era stata organizzata dalla chiesa per proteggere una famiglia di immigrati armeni che rischiava di essere espulsa dal paese e la cui richiesta di asilo era stata rifiutata in terzo grado di giudizio. Centinaia di sacerdoti e volontari si erano alternati per settimane per sfruttare un’antica legge olandese che impedisce alla polizia di interrompere una funzione religiosa. Questa settimana, però, la chiesa ha interrotto la messa: il governo olandese ha infatti deciso di ritirare il decreto di espulsione e ha garantito alla famiglia armena che le sarà permesso rimanere nei Paesi Bassi.

La famiglia, che si trova nei Paesi Bassi dal 2010, è formata da una coppia, Sasun e Anousche Tamrazyan, e da tre figli: Hayarpi (21 anni), Warduhi (19) e Seyran (15). Sasun Tamrazyan ha detto di non poter ritornare in Armenia a causa delle minacce di morte ricevute per il suo attivismo politico. Nelle scorse settimane il caso dei Tamrazyan era finito sui giornali di mezzo mondo, ma fino a pochi giorni fa il governo olandese non aveva ceduto, sostenendo che non avrebbe rivalutato casi singoli di richieste di protezione umanitaria.

Questa settimana, però, i quattro partiti della coalizione di governo hanno raggiunto un accordo per garantire il permesso di soggiorno a circa 600 bambini rifugiati e alle loro famiglie che rientrano nei criteri del kinderpardon, una forma di sanatoria che protegge i diritti dei bambini che hanno vissuto nei Paesi Bassi per almeno cinque anni ma la cui richiesta di asilo è stata rifiutata, o per cui le condizioni del soggiorno della loro famiglia sono cambiate. Sulla base dell’accordo, però, i partiti della coalizione di governo hanno stabilito che questa sarà l’ultima applicazione del kinderpardon, che presto decadrà: in futuro sarà il Servizio per l’immigrazione e la naturalizzazione del ministero della Giustizia a occuparsi delle richieste e il ministro dell’Immigrazione perderà i poteri discrezionali nel concedere l’asilo ai minori in casi eccezionali (la questione è spiegata qui).

La famiglia Tamrazyan è una di quelle che potranno beneficiare dell’ultima applicazione del kinderpardon: il suo caso non è ancora stato esaminato nel dettaglio, ma Derk Stegeman, pastore della chiesa di Bethel, ha detto che la famiglia ha ricevuto rassicurazioni dal governo che sarà inclusa nella lista di chi potrà rimanere nei Paesi Bassi. Hayarpi Tamrazyan, studente di econometria dell’università olandese di Tilburg, ha detto che lasciare la chiesa dopo mesi passati al suo interno è stato «surreale, un sollievo essere di nuovo fuori, camminare all’aperto».