Giovedì il Senato degli Stati Uniti voterà due proposte di Democratici e Repubblicani per porre fine allo “shutdown”

Un'impiegata della Food and Drug Administration e una della Social Security Administration protestano contro la chiusura parziale del governo americano, lo "shutdown", il 10 gennaio 2019, a Detroit (AP Photo/Paul Sancya)
Un'impiegata della Food and Drug Administration e una della Social Security Administration protestano contro la chiusura parziale del governo americano, lo "shutdown", il 10 gennaio 2019, a Detroit (AP Photo/Paul Sancya)

Giovedì il Senato statunitense voterà due misure alternative per mettere fine allo “shutdown”, cioè la parziale chiusura delle attività del governo e dei servizi pubblici iniziata lo scorso 21 dicembre: è il più lungo della storia degli Stati Uniti e ha lasciato 800 mila dipendenti federali senza il primo stipendio dell’anno. Il compromesso è stato annunciato martedì dal leader della maggioranza al Senato, il Repubblicano Mitch McConnell e da quello della minoranza, il Democratico Chuck Schumer.

La prima proposta è sostenuta dai Repubblicani e andrà incontro alla richiesta del presidente Donald Trump di stanziare 5,7 miliardi di dollari per la costruzione del muro al confine con il Messico in cambio di protezione temporanea per i giovani immigrati irregolari. La seconda è sostenuta dai Democratici e prevede di sbloccare i finanziamenti alle agenzie federali fino all’8 febbraio, senza prevedere fondi per il muro. Considerato il sostegno dei Repubblicani alle richieste di Trump e l’impegno dei Democratici a rifiutare qualsiasi misura che porti alla costruzione del muro è difficile che una delle due proposte superi la soglia degli almeno 60 voti per essere approvata (i Democratici avrebbero per esempio bisogno del voto di 13 Repubblicani).