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Rifugiati siriani nel campo di Izmir in Turchia. (Chris McGrath/Getty Images)

L’Italia ha votato a favore del Global Compact sui rifugiati

E no, non è la stessa cosa di quello sulla migrazione

Lunedì l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha votato a favore di una risoluzione sui rifugiati nota come “Global Compact on Refugees”, che pone le linee guida sulla gestione dei rifugiati nei paesi dove sono accolti. È un accordo non vincolante e può essere considerato parallelo al Global Compact for Migrations, quello di cui si è discusso anche in Italia, che ha il sostegno di una larga maggioranza di paesi ma non del governo italiano. Se infatti l’Italia ha deciso di non approvare il patto sulle migrazioni, che sarà sottoposto a un voto mercoledì, lunedì ha votato a favore del “Global Compact” sui rifugiati, su cui il governo non aveva espresso pareri. La risoluzione è stata approvata con 181 voti a favore, 2 contrari e 3 astenuti. I due paesi che hanno respinto la risoluzione sono gli Stati Uniti e l’Ungheria.

Il Global Compact on Refugees (PDF) è stato approvato come parte della risoluzione annuale dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), e stabilisce una cornice comune a tutti gli stati del mondo per la gestione dell’accoglienza dei rifugiati. L’idea alla base dell’accordo è la condivisione della responsabilità. Anche se non è giuridicamente vincolante, l’accordo ha l’obiettivo di coordinare la risposta internazionale alla gestione dei rifugiati e di sostenere i paesi e le comunità che ne ospitano un numero elevato. In sostanza l’accordo riafferma i principi e gli obiettivi della Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951, in cui erano stati sanciti per la prima volta i diritti dei rifugiati e gli obblighi degli stati. Tra i quattro obiettivi principali della risoluzione, uno si concentra sul rendere autosufficienti i rifugiati per permettergli di ricostruirsi una vita nel luogo in cui si trovano ed eventualmente facilitare il loro ritorno nel paese d’origine.

La cosa importante da tenere a mente è che – anche se spesso usati come sinonimi – migranti e rifugiati non sono la stessa cosa. I rifugiati sono persone che si trovano fuori dal loro paese e non possono tornarvi perché temono di essere perseguitati «per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le [proprie] opinioni politiche» o perché rischiano la vita a causa di guerre e conflitti e che quindi richiedono protezione internazionale in un altro paese. Il loro status è stato definito nel corso degli anni da convenzioni internazionali come quelle di Ginevra. L’UNHCR stima che, alla fine del 2017, i rifugiati nel mondo fossero circa 25,4 milioni di persone, di cui oltre la metà minorenni. Oggi il 60 per cento dei rifugiati mondiali è ospitato da appena 10 paesi. La Turchia da sola ospita 3,5 milioni di rifugiati, più di qualsiasi altro paese al mondo. Inoltre la maggior parte dei rifugiati (circa l’85 per cento) vive in paesi in via di sviluppo. Per quanto riguarda i migranti internazionali, invece, non esiste una definizione condivisa, ma molti esperti considerano migranti quelle persone che cambiano il loro stato di residenza abituale, indipendentemente dal motivo per cui lo fanno o dallo status legale del loro trasferimento.

La decisione dell’Italia di votare a favore di questa risoluzione ha suscitato qualche polemica. La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni si è lamentata del voto italiano su Facebook, e ha chiesto conto della decisione. Repubblica ha riportato le dichiarazioni del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, secondo cui «il Global Compact non solo non va firmato ma va contrastato e buttato in un cestino. Con buona pace dei suoi grandi sponsor che parlano, interferendo sulla gestione delle politiche dell’immigrazione e della sicurezza». Secondo Gasparri «l’Onu auspica movimenti ancora più forti di clandestini nel pianeta. Contrastare questo documento è un dovere e il Parlamento italiano deve fare una scelta chiara e forte», ma non è chiaro a quale dei due documenti si riferisse.

Secondo Giuseppe Brescia (M5S), presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, il sì dell’Italia all’accordo «è una buona notizia». «Finalmente», ha aggiunto, «il nostro paese non rimarrà isolato nel rispondere a un fenomeno globale e altri Stati condivideranno con noi la responsabilità di aiutare chi scappa da guerre e persecuzioni. Hanno votato insieme a noi 180 Paesi, più di quanti erano a Marrakech per aderire al Global Compact sulla Migrazione. Un bel segnale, tutti dalla parte giusta». Brescia ha risposto ai dubbi di Meloni osservando che «questa maggioranza e questo governo non hanno mai messo in discussione l’adesione a questo documento fondamentale per rafforzare la cooperazione tra paesi». Anche il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha detto che il governo ha fatto bene a sostenere questo accordo, insistendo sulla differenza tra rifugiati e migranti.

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