È stata scoperta la più antica opera d’arte rupestre al mondo

Ha circa 40mila anni e raffigura un animale simile a un toro: è stata trovata in una grotta nel Borneo, in Indonesia

(Luc-Henri Fage/kalimanthrope.com via AP)
(Luc-Henri Fage/kalimanthrope.com via AP)

Nel Borneo – un’isola del sudest asiatico divisa tra Indonesia, Malesia e Brunei – è stata scoperta la più antica opera d’arte rupestre al mondo. Il dipinto si trova in una grotta calcarea di Lubang Jeriji Saléh, una località nella parte orientale dell’isola, e rappresenta un animale simile a un toro di colore rosso. La scoperta è stata fatta da un gruppo di ricercatori della Griffith University di Brisbane, in Australia, che ne hanno parlato in un articolo pubblicato dalla rivista NatureIl dipinto avrebbe almeno 40mila anni e sarebbe quindi la pittura rupestre più antica mai scoperta. Nella grotta sono state scoperte anche pitture più recenti, che mostrano l’evoluzione artistica dell’homo sapiens che dalle figure di animali nel corso del tempo è passato a dipingere contorni di mani e figure umane.

Finora l’opera d’arte rupestre più antica di cui si conosceva l’esistenza erano i disegni trovati nella “grotta Chauvet”, nei pressi di Vallon-Pont-d’Arc, in Francia, realizzati circa 37mila anni fa. Le più antiche opere d’arte figurativa conosciute, invece, sono delle statuette d’avorio a forma di mammut trovate in Germania, e databili a 40mila anni fa. A settembre, inoltre era stato scoperto in Sudafrica il disegno più antico mai realizzato dall’uomo – circa 75mila anni  fa– ma in quel caso si trattava di linee astratte e non di una figura come nel caso della grotta del Borneo.

Nelle grotte della regione del Borneo in cui è stata fatta la scoperta, la penisola di Sangkulirang–Mangkalihat nella provincia del Kalimantan orientale, fin dagli anni Novanta sono state trovate tracce della presenza dell’uomo in età preistorica, con pitture rupestri di varie forme, ma finora non era possibile conoscerne con precisione la data di realizzazione. I ricercatori della Griffith University, però, ci sono riusciti analizzando i residui di calcare depositatisi sopra i disegni, attraverso la tecnica di datazione radiometrica “uranio-torio”. La tecnica comunemente più usata, quella del “carbonio 14”, in questo caso non è stata possibile a causa della scarsità di carbonio rimasto nei disegni della grotta.

La scoperta di queste pitture rupestri nel Borneo non è importante solo per aver battuto un “record di antichità”, ma soprattutto perché fa porre nuove domande su come l’uomo abbia sviluppato le proprie facoltà intellettive nelle diverse parti del mondo. L’homo sapiens infatti si è spostato dall’Africa verso il sudest asiatico e l’Australia circa 70mila anni fa, mentre è arrivato in Europa solo 45mila anni fa. Eppure, come dimostra ora quest’ultima scoperta, gli uomini hanno iniziato a realizzare gli stessi tipi di pittura rupestre nello stesso periodo sia in Asia che in Europa. Come notano i ricercatori, viene da chiedersi quindi se ci sia stato tra Europa ed Asia un fenomeno migratorio finora sconosciuto, che ha portato gli uomini ad adottare usanze ed abitudini simili in luoghi molto distanti, oppure se sia trattato solamente di una coincidenza.