Il governo di Hong Kong ha messo al bando un partito indipendentista

(Lo Ka Fai/China Photos/Getty Images)
(Lo Ka Fai/China Photos/Getty Images)

Lunedì le autorità di Hong Kong hanno messo al bando il Partito Nazionale di Hong Kong, una piccola organizzazione politica che promuove l’indipendenza della città. Il governo di Hong Kong ha detto di avere raccolto una richiesta della polizia, secondo la quale il Partito Nazionale, pur non avendo commesso violenze, rappresenta una “vera minaccia alla sicurezza nazionale”.

Hong Kong è una metropoli di circa otto milioni di abitanti su un’area di poco superiore ai mille chilometri quadrati; come la vicina Macao ha uno status amministrativo speciale, ma resta formalmente dipendente dalla Cina dal 1997, quando fu restituita dal Regno Unito. Il suo sistema politico e giuridico, più libero di quello cinese, è comunque fortemente influenzato dal governo centrale. Dal 2017 a capo del governo di Hong Kong c’è Carrie Lam, una donna considerata vicina al governo cinese.

Il provvedimento impone la cessazione di tutte le attività del partito e, scrive il Guardian, non ha precedenti a Hong Kong; secondo molti osservatori ha a che fare con la volontà di accentramento del presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping, considerato poco disposto a tollerare le autonomie.

Il Partito Nazionale nacque con i movimenti pro-democrazia del 2014 che chiedevano elezioni libere, come la famosa protesta degli ombrelli. Secondo l’ordinanza, chi sosterrà con donazioni o parteciperà a riunioni del partito potrà essere multato di 20 mila dollari hongkonghesi (2177 euro) e incarcerato per un anno.