Il governo deve decidere dove far sbarcare altri 442 migranti

Sono su due navi, una della Guardia di Finanza e una che opera per Frontex: Salvini non vuole che siano portati in Italia

La posizione del peschereccio con 450 migranti a bordo quando le autorità maltesi lo hanno contattato (Kurt Farrugia, portavoce del primo ministro maltese Joseph Muscat)
La posizione del peschereccio con 450 migranti a bordo quando le autorità maltesi lo hanno contattato (Kurt Farrugia, portavoce del primo ministro maltese Joseph Muscat)

Questa mattina 450 migranti che si trovavano a bordo di un peschereccio proveniente dalla Libia sono stati trasbordati su due navi militari al largo dell’isola siciliana di Linosa. Ora 176 migranti si trovano sul pattugliatore britannico Protector, che lavora con l’agenzia europea Frontex, e altri 266 sul Monte Sperone della Guardia di Finanza italiana: altre otto persone sono state portate a Lampedusa a bordo di motovedette della Guardia Costiera per ricevere urgenti cure sanitarie e tre di loro, tutte donne, sono poi state trasportate in elicottero all’ospedale di Palermo.

Per ora il Protector e il Monte Sperone non hanno ricevuto indicazioni sul porto in cui attraccare. La Capitaneria di porto di Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, sta aspettando ordini dal Centro di coordinamento di Roma per dare il permesso all’attracco o meno. Il governo deve decidere in merito, anche per quanto riguarda il Potector visto che, come spiegato dalla portavoce di Frontex Ewa Moncure, ha agito «all’interno di un’operazione italiana» coordinata dalla Guardia Costiera. Da ieri, il ministro dell’Interno Matteo Salvini dice che non vuole fare sbarcare i migranti in Italia, chiedendo che siano portati a Malta o in Libia: si tratterebbe però un respingimento, cioè un’operazione vietata dalle norme internazionali.

Il peschereccio, lungo circa 20 metri, è stato tra ieri e oggi al centro di un nuovo caso di tensioni diplomatiche tra Italia e Malta. A differenza della maggior parte dei casi simili avvenuti nelle ultime settimane, i migranti a bordo non erano stati soccorsi in mare, ma erano partiti direttamente sul peschereccio dalla Libia, probabilmente da Zuara, 108 chilometri a ovest di Tripoli. Prima di entrare nelle acque territoriale italiane, la barca era passata per la zona SAR (Search and rescue) di Malta. Il Centro di coordinazione dei soccorsi (RCC) di Malta aveva comunicato con le persone a bordo quando l’imbarcazione si trovava a 53 miglia nautiche da Lampedusa e a 110 da Malta, stando al ministero dell’Interno maltese: i migranti avrebbero detto di voler procedere verso Lampedusa, e l’RCC di Malta «non aveva l’autorità di dargli ordini» dato che l’imbarcazione non era nelle proprie acque territoriali. Per questo non c’è stato un intervento maltese.

Ieri Salvini aveva detto che Malta, per le cui acque territoriali era passata l’imbarcazione, se ne sarebbe dovuta occupare e che i migranti non dovevano arrivare nei porti italiani. Dopo una notte di tensioni, dicono i giornali, questa mattina è stato autorizzato il trasbordo dei migranti dal peschereccio per evitare che l’Italia fosse accusata di mancato soccorso.

Riguardo alle donne portate a Palermo per motivi sanitari, una delle quali è incinta, il medico Pietro Bartolo ha detto all’agenzia di stampa Adnkronos: «Le loro condizioni di salute sono particolarmente gravi. Una donna, in particolare, era pelle e ossa, non mangiava da settimane».