Trump ha emesso una grazia postuma per il pugile Jack Johnson, che fu condannato per una legge interpretata in maniera razzista

(Olivier Douliery-Pool/Getty Images)
(Olivier Douliery-Pool/Getty Images)

Trump ha graziato il pugile afroamericano Jack Johnson, morto nel 1946, che quando era in vita fu condannato a causa di una legge razzista.

Johnson fu il primo pugile afroamericano a vincere il titolo di campione del mondo dei pesi massimi, nel 1908: restò campione fino al 1915. Nel 1912 Johnson violò il Mann Act, una legge che condannava chiunque trasportasse per ragioni “immorali” una donna oltre i confini dello stato in cui viveva. La legge era stata approvata per combattere la prostituzione, ma la giuria che accusò Johnson – composta da soli bianchi – argomentò che Johnson aveva una relazione «contro natura» con la donna che aveva portato fuori dallo stato.

Johnson fu condannato a un anno di carcere e scappò in Europa per evitare di finire in carcere: tornò negli Stati Uniti nel 1920, scontò la pena e riprese a combattere, ma la sua carriera era ormai in declino.

Il suo caso era stato segnalato a Trump da Sylvester Stallone, reso celebre per avere interpretato il pugile Rocky nell’omonima saga cinematografica.