Un tribunale belga ha respinto la richiesta di estradizione per tre indipendentisti catalani

Per un vizio di forma, ed è un guaio per il Tribunale spagnolo che vuole processare Carles Puigdemont e i ministri del suo governo

Toni Cómin e dietro di lui Meritxell Serret a Bruxelles (JAMES ARTHUR GEKIERE/AFP/Getty Images)
Toni Cómin e dietro di lui Meritxell Serret a Bruxelles (JAMES ARTHUR GEKIERE/AFP/Getty Images)

Un tribunale del Belgio ha respinto la richiesta di estradizione inoltrata dalla Spagna per tre ex ministri indipendentisti del governo catalano guidato da Carles Puigdemont. Il tribunale ha accolto la richiesta fatta poco prima dalla Procura generale belga, che aveva detto di avere individuato errori formali nella domanda di estradizione presentata in Belgio dal giudice Pablo Llarena del Tribunale supremo spagnolo, il tribunale che si sta occupando dei casi giudiziari contro i leader indipendentisti catalani accusati di ribellione, sedizione, disobbedienza e malversazione. I tre ex ministri sono Toni Cómin, Meritxell Serret e Luis Puig. Cómin è l’unico che continua a mantenere un seggio al Parlamento catalano e che – a differenza degli altri due – è accusato anche di ribellione.

La decisione del tribunale belga mette molto sotto pressione il lavoro del Tribunale supremo spagnolo, già criticato in passato da diversi penalisti ed esperti di diritto costituzionale. Non è la prima volta che l’impianto accusatorio del Tribunale supremo viene messo in discussione.

Lo scorso aprile un tribunale dello stato tedesco di Schleswig-Holstein aveva deciso di non ammettere il reato più grave contenuto nella richiesta di estradizione fatta dalla Spagna per l’ex presidente catalano Carles Puigdemont: la ribellione, che prevede fino a 30 anni di carcere. Il tribunale si deve ancora esprimere sull’altro reato contenuto nella richiesta, cioè quello di malversazione, che però è molto meno grave. La decisione del tribunale tedesco era stata considerata una grande vittoria dall’indipendentismo catalano. Una decisione simile potrebbe arrivare anche dal tribunale scozzese che sta raccogliendo informazioni per esprimersi sull’estradizione di Clara Ponsatí, anche lei ex ministra del governo Puigdemont.

Puigdemont e i ministri del suo governo, decaduto con l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione, sono accusati di avere elaborato un piano per la secessione della Catalogna dalla Spagna. In particolare, sono accusati di avere organizzato il referendum dell’1 ottobre, ritenuto illegale dalla giustizia spagnola, e di avere dichiarato unilateralmente l’indipendenza della Catalogna durante una sessione del Parlamento locale. Il nuovo Parlamento catalano uscito dalle elezioni dello scorso dicembre, ancora a maggioranza indipendentista, ha eletto lunedì il nuovo presidente della Catalogna, il primo dopo Puigdemont: si chiama Quim Torra, e viene considerato molto vicino all’ala più intransigente dell’indipendentismo.