Il test nucleare nordcoreano dello scorso settembre spostò di 3 metri una montagna

La foto, diffusa dall'agenzia di stampa nordcoreana, che mostra Kim Jong-un insieme a quella che il regime dice essere una bomba all'idrogeno che può essere montata su un missile balistico intercontinentale. (Korean Central News Agency/Korea News Service via AP)
La foto, diffusa dall'agenzia di stampa nordcoreana, che mostra Kim Jong-un insieme a quella che il regime dice essere una bomba all'idrogeno che può essere montata su un missile balistico intercontinentale. (Korean Central News Agency/Korea News Service via AP)

Il test nucleare dello scorso 3 settembre 2017 eseguito dalla Corea del Nord, nelle profondità di una montagna, causò lo spostamento di alcuni metri dei fianchi del promontorio, secondo una nuova e dettagliata ricostruzione degli eventi da poco pubblicata sulla rivista scientifica Science. Lo studio è stato realizzato mettendo insieme dati satellitari e sismogrammi su quanto avvenuto sul monte Mantap nel nord-est della Corea del Nord. L’esplosione causò un terremoto di magnitudo 6.3 e portò il picco della montagna ad abbassarsi di circa mezzo metro.

La ricostruzione basata sui dati dice inoltre che alcuni versanti della montagna si spostarono orizzontalmente di circa 3 metri. I ricercatori ipotizzano che l’esplosione causò il collasso della cavità in cui era stato eseguito l’esperimento. Da mesi molti esperti si chiedono se il collasso del sito sia stato tale da rendere impossibili nuovi test nucleari per molti anni, o se ci possano essere fughe radioattive. Nell’ambito della sua nuova apparente politica di apertura verso la Corea del Sud e l’Occidente, il dittatore della Corea del Nord – Kim Jong-un – ha di recente annunciato la sospensione di tutti i test nucleari e lo smantellamento del sito principale in cui venivano condotti.