Altri 5 importanti dirigenti di Nike si sono dimessi per accuse di comportamenti inopportuni e sessismo

In tutto sono 11, tra cui il numero 2 dell'azienda

Mark Parker (Neilson Barnard/Getty Images)
Mark Parker (Neilson Barnard/Getty Images)

Altri cinque importanti dirigenti di Nike hanno lasciato l’azienda dopo le accuse di comportamenti inopportuni e sessisti all’interno dell’azienda, che da marzo hanno portato in tutto alle dimissioni di 11 persone, tra cui il brand president Trevor Edwards, una sorta di numero due, e Jayme Martin, il supervisore a livello globale. Sono Steve Lesnard, a capo del settore corsa in Nord America; Helen Kim, che supervisiona l’America nord-orientale; Simon Pestridge, responsabile del marketing per la performance aziendale; Tommy Kain, direttore del marketing per lo sport; Ibrahem Hasan, direttore creativo di alto livello autore di molte pubblicità. Sono alcune tra le persone al comando dei dipartimenti più importanti della più grossa azienda di abbigliamento e scarpe sportive al mondo, con un fatturato annuo di circa 36 miliardi di dollari.

Le dimissioni sono il risultato di un’iniziativa di raccolta autonoma di informazioni e prove di casi di molestie, misoginia e altre discriminazioni organizzata da alcune dipendenti, un gruppo di dirigenti donne che di nascosto ha inviato dei questionari anonimi alle colleghe, chiedendo se fossero state vittime di molestie sessuali e discriminazioni di genere. Lo scorso 5 marzo i questionari completati sono stati consegnati a Mark Parker, l’amministratore delegato di Nike. Parker ha avviato un’indagine interna e ha chiesto scusa ai dipendenti promettendo che entro questa settimana avrebbe allontanato tutti i responsabili. Riportando i pareri di alcuni dipendenti o ex dipendenti, il New York Times ipotizza però che è difficile che Parker stesso non fosse a conoscenza della situazione.

Nike e le conseguenze di un sistema sessista