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  • Mercoledì 2 maggio 2018

Gli europei all’estero saranno più protetti

Perché da ieri possono chiedere protezione consolare a un paese dell'Unione Europea diverso dal proprio: ed è una novità importante

(VCG/VCG via Getty Images)
(VCG/VCG via Getty Images)

Da martedì è in vigore una direttiva europea che permette a ogni cittadino europeo di ottenere protezione consolare – cioè aiuto e assistenza quando si trova in un paese straniero – dall’ambasciata o dal consolato di un paese dell’Unione Europea diverso da quello da cui proviene. La nuova misura vale solo se il paese di cui si ha la cittadinanza non è rappresentato nel paese straniero dove si trova. In pratica significa che un cittadino italiano, se dovesse trovarsi in difficoltà all’estero in un posto dove non ci sono ambasciate e consolati italiani, può rivolgersi alla diplomazia di un altro paese UE e ricevere uguale assistenza.

La direttiva era stata emanata nel 2015, frutto di un lavoro iniziato nel 2011. Il diritto di ricevere assistenza in qualsiasi consolato europeo nel mondo era già garantito dall’articolo 46 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, emanata del 2007, ma non era mai stato applicato.

Secondo i dati della Commissione europea, ogni anno circa 7 milioni di cittadini europei viaggiano in posti dove il loro paese d’origine non ha rappresentanza consolare. Da martedì potranno chiederla all’ufficio di qualsiasi altro paese europeo, come se fosse il proprio: fra i servizi che potranno essere richiesti ci sono l’assistenza durante catastrofi naturali o malattie improvvise, o più semplicemente la fornitura di documenti temporanei in caso di furto o smarrimento. La protezione si estende anche ai familiari dei cittadini europei.

A beneficiare della direttiva saranno soprattutto i cittadini dei paesi più piccoli, che raramente hanno uffici di rappresentanza negli stati più lontani e meno rilevanti. Potrebbe però tornare utile anche ai cittadini italiani che intendono visitare la Corea del Nord (loro, per esempio), un paese dove l’Italia non ha nessun ufficio di rappresentanza a differenza di Germania, Svezia, Repubblica Ceca, Romania, Polonia e Bulgaria.