Un comunicato della famiglia del dj Avicii sembra confermare l’ipotesi del suicidio

Dice che «non poteva più andare avanti. Voleva trovare pace»

Avicii durante un concerto a Park City, nello Utah, nel 2013. (Dimitrios Kambouris/Getty Images)
Avicii durante un concerto a Park City, nello Utah, nel 2013. (Dimitrios Kambouris/Getty Images)

La famiglia del dj svedese Avicii – trovato morto a Mascate, in Oman, il 20 aprile – ha diffuso un comunicato sulla sua morte che sembra confermare l’ipotesi del suicidio.

Avicii, nome d’arte di Tim Bergling, aveva 28 anni e aveva avuto diversi problemi di salute fisica e mentale. Il comunicato diffuso oggi dalla sua famiglia lo descrive come una persona fragile e con una vita molto faticosa e stressante. Tim Bergling, dice il comunicato, «si trovava spesso a fare i conti con pensieri faticosi sul significato della vita e sulla felicità. Non poteva più andare avanti. Voleva trovare pace. Tim non era fatto per il business in cui si era trovato; era un ragazzo sensibile che amava i suoi fan ma mal tollerava le attenzioni del pubblico. Tim, sarai per sempre amato e ci mancherai. La persona che eri e la tua musica terranno vivo il tuo ricordo».

Qualche giorno fa, la famiglia di Bergling aveva ringraziato i fan per il sostegno dimostrato nei giorni successivi alla morte: sabato scorso migliaia di persone si erano riunite a Stoccolma per ricordarlo. Dopo un minuto di silenzio, avevano ascoltato i suoi pezzi più popolari ballando e cantando.