Repubblica ha interrotto la collaborazione con Piergiorgio Odifreddi dopo un suo articolo molto critico su Eugenio Scalfari

(Lapresse - Omar Abd el Naser)
(Lapresse - Omar Abd el Naser)

Repubblica ha fatto sapere di avere interrotto la propria collaborazione con il matematico e divulgatore scientifico Piergiorgio Odifreddi, che collaborava da quasi vent’anni con l’edizione online e cartacea del giornale. La ragione dell’interruzione è un articolo pubblicato due giorni fa da Odifreddi nel suo blog sul sito di Repubblica, in cui aveva criticato il fondatore del giornale Eugenio Scalfari per essersi inventato tre interviste a Papa Francesco (l’ultima delle quali una settimana fa). Odifreddi aveva scritto:

Rimane il secondo problema, che è perché mai Repubblica non metta un freno alle fake news di Scalfari, e finga anzi addirittura di non accorgersene, quando tutto il resto del mondo ne parla e se ne scandalizza. In fondo, si tratta di un giornale che recentemente, e inusitatamente, ha preso per ben due volte in prima pagina le distanze dalle opinioni soggettive del proprio ex editore-proprietario ma che non dice una parola sulle ben più gravi e ripetute scivolate oggettive del proprio fondatore.

Io capisco di giornalismo meno ancora che di religione, ma la mia impressione è che in fondo ai giornali della verità non importi nulla. La maggior parte delle notizie che si stampano, o che si leggono sui siti, sono ovviamente delle fake news: non solo quelle sulla religione e sulla politica, che sono ambiti nei quali impera il detto di Nietzsche “non ci sono fatti, solo interpretazioni”, ma anche quelle sulla scienza, dove ad attrarre l’attenzione sono quasi sempre e quasi solo le bufale.

Nella lettera aperta con cui il direttore di Repubblica Mario Calabresi ha comunicato a Odifreddi la fine del rapporto di collaborazione, si legge: «Il problema è che non si può collaborare con un giornale e contemporaneamente sostenere che della verità ai giornalisti non importa nulla. Che oggi serva di più pubblicare il falso del vero. Questo è inaccettabile e intollerabile, non solo per me ma per tutti quelli che lavorano qui».