Viola Carofalo di Potere al Popolo ha chiarito cosa intendeva con l’ispirarsi al Venezuela

Dice che non si riferiva al governo di Nicolas Maduro, ma a quello che «idealmente è costituito da piccole comunità, piccoli centri di rappresentanza»

(Patrizia Cortellessa/Pacific Press via ZUMA Wire)
(Patrizia Cortellessa/Pacific Press via ZUMA Wire)

Viola Carofalo, leader della lista di estrema sinistra Potere al Popolo, ha dato un’intervista al giornale locale Salto.bz in cui ha chiarito cosa intendeva quando ha parlato dell’«esperienza venezuelana», che in un’intervista a un giornale argentino aveva indicato come «ispirazione» per il suo movimento. Carofalo ha detto che non intendeva «il modello Maduro», cioè quello dell’attuale presidente autoritario del Venezuela, ma il sistema politico che «idealmente è costituito da piccole comunità, piccoli centri di rappresentanza».

Di recente è saltato fuori un punto molto controverso. Lei, infatti, avrebbe detto che applicherebbe volentieri il “Modello Maduro”, ovvero il modello venezuelano, all’intera Italia, come fonte d’ispirazione. La notizia è circolata in fretta e varie testate l’hanno riportato in termini molto duri, penso per esempio al “Foglio” di Claudio Cerasa. Smentisce?

Non smentisco ma chiarifico. Ho rilasciato un’intervista a un giornale argentino di settore, un giornale che si occupa solo di politica e in particolar modo di modelli politici. Quello che ho detto al giornalista argentino non è che avrei voluto portare il “Modello Venezuela” in Italia con tutte le sue conseguenze: ovviamente no! Si stava discutendo di modelli politici e quello venezuelano, che idealmente è costituito da piccole comunità, piccoli centri di rappresentanza, potrebbe essere un modello esportabile in un paese come il nostro. Così si costruire la democrazia dal basso, non chiediamo i clic ma la partecipazione delle comunità. Insomma, nessun “Modello Maduro”.

Nella precedente intervista, Carofalo non aveva parlato di “modello Maduro”, ma aveva detto che «specialmente l’esperienza venezuelana, si può considerare come la nostra ispirazione», dicendo di riferirsi alla «relazione con il potere, cioè l’idea che non esista un aut-aut, una scelta definitiva tra una costruzione dal basso o dall’alto, ma che si possa, dove queste due forme di costruzioni politiche si incontrano, creare quello che noi chiamiamo potere popolare». Aveva detto che «il Venezuela, al di là del risultato di quell’esperienza, è un esempio della prospettiva di questa costruzione».

Carofalo era stata però criticata per aver citato quel modello senza soffermarsi troppo sulla situazione attuale del Venezuela, che è governato in modo autoritario e violento dal presidente Nicolas Maduro, che ha voluto un’Assemblea costituente per togliere i poteri al Parlamento controllato dalle opposizioni. Con Maduro, che è succeduto nel 2013 a Hugo Chavez, il paese è arrivato in una situazione economica praticamente disperata: l’inflazione è molto alta, mancano beni di consumo e di prima necessità, c’è poco cibo e quello che si trova al mercato nero ha prezzi altissimi. A partire dalla scorsa primavera, in Venezuela ci sono state moltissime proteste organizzate contro Maduro, che si stima abbiano causato 125 morti e 2000 feriti. Negli ultimi mesi, poi, diversi leader dell’opposizione sono stati uccisi negli scontri o in circostanze poco chiareAltri sono stati arrestati oppure costretti a fuggire dal paese.