Amazon ha aperto un supermercato senza casse

Basta prendere i prodotti dagli scaffali, metterseli in borsa e uscire: un giornalista ha provato a rubare senza farsi vedere e non ci è riuscito

David Ryder/Getty Images
David Ryder/Getty Images

Amazon ha aperto il primo negozio di Amazon Go a Seattle, la città nello stato di Washington (Stati Uniti) dove ha la sua sede principale. È un supermercato che permette di prendere i prodotti dagli scaffali, metterseli in borsa e uscire, senza bisogno di passare alla cassa.

Gli orari di apertura di Amazon Go vanno dalle sette di mattina alle nove di sera, dal lunedì al venerdì; il negozio è grande 167 metri quadrati e vende le solite cose che si trovano nei supermercati di quelle dimensioni. La grande differenza è che i clienti possono identificarsi all’ingresso scansionando un codice attraverso un’applicazione collegata a Amazon Go. Dopodiché possono proseguire, prendere ciò che vogliono dagli scaffali e uscire senza passare dalla cassa: quando si esce dal negozio, l’applicazione di Amazon Go crea il conto dei propri acquisti e carica la spesa sulla propria carta di credito, la stessa già registrata per fare gli acquisti su Amazon.

All’interno di Amazon Go sono state inserite centinaia di videocamere e sensori sugli scaffali, in modo da tenere traccia dei prodotti che vengono presi dai clienti. Se qualcuno prende un prodotto e poi ci ripensa e lo rimette sullo scaffale, sensori e telecamere lo capiscono e lo fanno sapere all’app, che quindi toglie il prodotto dalla lista. Più che per risparmiare su cassieri e cassiere, Amazon Go è stato fatto per poter tracciare meglio i percorsi e le scelte di acquisto dei clienti, e per capire quanto l’eliminazione del passaggio dalla cassa – e della relativa coda, e poi metti tutto sul nastro, e poi paga, e poi imbusta, etc – faccia venire più voglia di comprare cose.

Di Amazon Go si era iniziato a parlare cinque anni fa. Nell’ultimo anno il supermercato è stato aperto in via sperimentale per i dipendenti Amazon, così che la società potesse notare e correggere eventuali problemi. C’è per esempio stato bisogno di risolvere alcuni problemi dovuti ai bambini (figli di dipendenti Amazon) che dopo aver preso un prodotto lo rimettevano su uno scaffale diverso, oppure dovuti a persone della stessa stazza e dall’aspetto simile che facevano acquisti nello stesso momento.

Tra quelli che hanno già fatto la spesa in Amazon Go c’è Nick Wingfield, giornalista che si occupa di tecnologia per il New York Times. Ha detto che la sensazione iniziale è di entrare in una stazione della metropolitana, per via dei tornelli, ma poi è un supermercato come un altro: fatta eccezione per le «centinaia di telecamere in giro per il negozio», soprattutto sul soffitto. Wingfield ha scritto anche che, prendendo cose e mettendosele in tasca, nello zaino, ovunque si vuole, ci si sente un po’ come se si stesse rubando; «solo un paio di minuti dopo essere usciti dal negozio, quando arriva la ricevuta degli acquisti, quella sensazione se ne va».

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Per vedere se rubare fosse possibile Wingfield ha raccontato di aver provato, dopo aver chiesto il permesso ad Amazon, a ingannare le telecamere: prima di prendere delle bibite, quando ancora erano su uno scaffale, le ha coperte con un sacchetto di plastica. Le ha poi ha tenute nascoste nel sacchetto ed è uscito dal supermercato. Le telecamere sono comunque riuscite a vederlo.

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Non si conoscono molti dettagli su come funzioni Amazon Go – solo che c’entra l’intelligenza artificiale e i prodotti non hanno ognuno un apposito chip – e non è nemmeno chiaro come e quanto Amazon voglia sviluppare quest’idea. Al momento Amazon ha pochissimi negozi fisici ma qualche mese fa ha comprato Whole Foods, una grande catena di supermercati di cibi biologici che tra Stati Uniti, Canada e Regno Unito ha quasi 500 punti vendita. Gianna Puerini, responsabile del progetto Amazon Go, ha detto che per ora “non ci sono piani” a riguardo. Wingfield ha invece scritto che «ci sono voci secondo le quali Amazon potrebbe vendere la tecnologia ad altri negozi».