Le molestie sessuali dentro Vice

Le ha raccontate un'inchiesta del New York Times grazie alla testimonianza di decine di donne; Vice ha promesso che cambierà le cose

Il New York Times ha pubblicato una lunga inchiesta sui molti casi di molestie e discriminazioni sessuali all’interno di Vice, una delle testate digitali internazionali più di successo degli ultimi anni, soprattutto tra i lettori più giovani, e con una valutazione stimata intorno ai 5,7 miliardi di dollari. Diverse ex dipendenti hanno raccontato di avere subìto molestie sul posto di lavoro, di natura fisica oltre che verbale, e di non avere ricevuto dalle risorse umane di Vice l’assistenza necessaria per affrontarle e per far sanzionare comportamenti scorretti e umilianti. Più in generale, hanno descritto una cultura aziendale ostile alle donne e dominata da comportamenti misogini e da bulletti. Vice ha risposto all’articolo ammettendo di non essere stato in questi anni il posto di lavoro migliore al mondo, di avere fallito nel proteggere le proprie dipendenti, e promettendo nuove iniziative per evitare che casi come quelli raccontati dal New York Times possano accadere in futuro.

Da settimane tra gli addetti ai lavori si parlava dell’interessamento di diversi giornalisti per le cose successe negli ultimi anni dentro Vice. L’inchiesta pubblicata ieri, sabato 23 dicembre, è basata sulle storie di alcune ex dipendenti, confermate o integrate con i racconti di almeno una ventina di altre donne, tutte tra i 20 e i 30 anni, che hanno avuto esperienza diretta o riferita di molestie sessuali all’interno di Vice: da baci non richiesti a palpeggiamenti, da proposte fuori luogo per fare sesso a osservazioni sconce sul posto di lavoro. Diversi episodi di questo tipo sono stati risolti con accordi legali, sui quali sono state imposte clausole di riservatezza che per lungo tempo hanno reso difficile il racconto di cosa accade all’interno dell’azienda.

Come spiega l’autrice dell’inchiesta, Emily Steel:

Ciò che si nota dai racconti di queste donne – alla luce del discorso pubblico in corso sulle molestie sessuali da parte di uomini quasi sempre più grandi – è che le accuse riguardano uomini di 20, 30 e 40 anni, maturati molto anni dopo che le molestie sul posto di lavoro non solo sono diventate un tabù, ma sono anche state messe fuori legge.
“Il tipo di misoginia può sembrare diverso da quello degli anni Cinquanta, ma era ancora lì, era ancora radicato, questo è un campanello d’allarme”, ha spiegato Kayla Ruble, una giornalista che ha lavorato per Vice tra il 2014 e il 2016

Relazioni e consenso
Tra le storie citate dal New York Times, c’è quella di un accordo legale da 135mila dollari stretto nel 2016 tra il presidente di Vice, Andrew Creighton (45 anni), e un’ex dipendente che riteneva di essere stata licenziata dopo avere rifiutato di avere una relazione intima con lui. La donna aveva sostenuto di avere ricevuto pressioni per accettare le proposte fatte da Creighton durante una serie di incontri di lavoro tra il 2013 e il 2015, stando alle lettere inviate l’anno scorso dal suo avvocato. Vice aveva risposto negando le circostanze e sostenendo che fosse stata lei ad avere avviato una relazione con Creighton, e che il suo licenziamento fosse stato motivato dalla sua scarsa resa lavorativa. Il contenzioso legale era stato poi risolto a fine 2016, su iniziativa di Vice, dopo che la donna aveva avviato una lamentela formale presso la Commissione per le Pari opportunità degli Stati Uniti. Creighton ha detto al New York Times di essere dispiaciuto per l’accaduto e si è scusato, ma ha specificato che non fu lui a decidere il licenziamento.

Alcuni casi di molestie hanno riguardato Jason Mojica, ex responsabile della sezione notizie di Vice e di quella che si occupa della produzione dei documentari. Abby Ellis, un’ex impiegata, ha detto che nel 2013 Mojica provò a baciarla contro la sua volontà, e che lei iniziò a urlargli contro e a colpirlo con un ombrello. Ellis ha raccontato che dopo quell’episodio, e altre proposte di natura non lavorativa ricevute da Mojica, si rese conto di essere stata messa da parte e di non ricevere più incarichi di rilievo. Riferì la questione a Nancy Ashbrooke, all’epoca responsabile delle risorse umane a Vice, che le rispose dicendole che essendo una donna attraente avrebbe riscontrato comportamenti simili anche in futuro, nel corso della sua carriera.

Mojica ha risposto alle accuse dicendo di ricordarsi di avere “male interpretato un momento” e di avere provato a baciare Ellis, ma ha aggiunto che il contesto in cui avvenne la vicenda aveva “un tono molto diverso” da quello riferito. Sostiene che dopo essere stato rifiutato si scusò subito e che pensò che la vicenda non avesse avuto particolari conseguenze sul loro rapporto lavorativo.

Mojica è però al centro di altri casi di molestie. Due anni dopo la storia di Ellis, un’altra donna all’epoca impiegata presso Vice, Helen Donahue, segnalò ad Ashbrooke delle risorse umane che Mojica le aveva toccato il seno e il sedere durante una festa aziendale. Anche in quel caso Ashbrooke cercò di minimizzare la cosa, dicendo a Donahue che non si era trattato di molestie sessuali ma semplicemente di un modo per provarci con lei, e le consigliò di lasciar perdere, farci una risata sopra e lasciarsi la vicenda alle spalle. Mojica ha detto di non ricordare di avere fatto qualcosa del genere. Ahsbrooke, dal canto suo, ha detto di avere sempre lavorato in modo professionale a Vice tutelando le donne: ora non è più una dipendente dell’azienda.

Le accuse nei confronti di Mojica riguardano almeno un altro caso, che coinvolge Martina Veltroni, con la quale Vice ha stretto un accordo legale a inizio anno il cui valore non è stato diffuso. Dopo aver lavorato a Vice, Veltroni aveva accusato Mojica, che era un suo superiore, di averla iniziata a trattare diversamente quando la loro relazione sessuale era finita, danneggiando la sua carriera all’interno di Vice. I legali dell’azienda risposero negando le accuse nei confronti di Mojica, sostenendo che fosse stata Veltroni a provare a “trasformare la sua relazione sessuale consensuale con il suo ex supervisore” in un’accusa di molestie. Mojica ha sempre negato di essersi rivalso su Veltroni e dice di non avere partecipato alle decisioni che hanno portato all’accordo legale con lei.

Licenziamenti e precedenti
Il 30 novembre scorso, dopo un primo articolo pubblicato sul Daily Beast che raccontava come funzionano le cose all’interno di Vice, con vari dettagli sulle molestie sessuali, e le prime notizie circa l’inchiesta su cui era al lavoro il New York Times, Vice ha improvvisamente annunciato il licenziamento di tre suoi dipendenti per “comportamento non adeguato alle nostre politiche, ai nostri valori e al modo in cui crediamo che i nostri colleghi dovrebbero lavorare insieme”. Tra le persone licenziate c’era anche Jason Mojica, che dice di non avere ricevuto una chiara motivazione dall’azienda per il suo allontanamento.

Per motivi di riservatezza o in attesa di ulteriori informazioni, non tutti i casi di molestie ricevute da alcune donne che lavoravano a Vice sono stati raccontati nel dettaglio dal New York Times, ma la storia di Kate Goss è comunque esemplare sul modo di fare di alcuni suoi ex colleghi e sull’ambiente di lavoro in generale. Goss ha raccontato che nell’estate del 2015 aveva partecipato a un evento organizzato dall’azienda a Coney Island, la penisola nella zona meridionale di Brooklyn (New York), conosciuta soprattutto per il suo luna park. Un direttore creativo le prese la mano e l’appoggiò sul suo pube, senza che lei avesse acconsentito. Goss riferì la vicenda alla risorse umane, ma le fu risposto che avrebbe avuto bisogno di più incidenti di quel tipo prima che si potessero prendere provvedimenti nei confronti di quel dipendente.

Vice in questi anni è diventata famosa per il modo spregiudicato, e talvolta rischioso per i suoi dipendenti, con cui fa giornalismo. I temi che affronta, spesso legati a sesso e dipendenze di vario tipo, e i toni con cui sono raccontati, hanno attirato un pubblico piuttosto giovane di lettori, affezionati alla testata. L’azienda ha suscitato l’interesse di grandi società più tradizionali nell’ambito dei media, come Disney che ha investito negli ultimi anni diverse centinaia di milioni di dollari, interessata più che altro al suo pubblico giovane e molto appetibile da parte dei pubblicitari.

I casi di molestie raccontati dal New York Times riflettono in parte il modo di fare, la cultura aziendale e l’impostazione di Vice, e gli indizi negli scorsi anni certo non erano mancati. Nel 2003 la versione cartacea di Vice pubblicò un’intervista con il rapper Murs, modificando una delle risposte che la giornalista aveva dato al cantante. Murs le aveva chiesto se fosse interessata ad andare a letto con lui, e la giornalista aveva risposto di no e aveva inserito lo scambio nell’intervista. A Vice pensarono che la risposta non funzionasse e la cambiarono da no a sì. La giornalista fece causa e la vicenda fu risolta con un accordo da 25mila dollari, e la pubblicazione della vera risposta e delle scuse di Vice su un’edizione seguente della rivista.

Trattando temi spesso delicati con grande spregiudicatezza, Vice chiedeva ai nuovi impiegati di firmare un “accordo non tradizionale sul posto di lavoro”, nel quale accettavano di finire in contatto con “materiale esplicito” e “offensivo”. Il testo dell’accordo era però molto vago, al punto da non rendere chiaro se fosse riferito esclusivamente ai contenuti trattati dai giornalisti o anche alle loro esperienze all’interno della redazione, con colleghi e supervisori. Vice ha ammesso al New York Times che il testo poteva generare confusioni, ma che comunque era riferito esclusivamente ai contenuti. L’azienda ora non chiede più ai dipendenti di firmare quel documento.

Le promesse di Vice
Sapendo che sarebbe presto uscita un’inchiesta dettagliata sul loro conto, i responsabili di Vice sono corsi ai ripari avviando nelle ultime settimane licenziamenti delle persone accusate di molestie e provvedimenti per evitare che episodi simili accadano in futuro. La società ha cambiato responsabile delle risorse umane e ha avviato contatti con un investigatore esterno, che avrà il compito di indagare sugli errori commessi in passato come quelli raccontati dal New York Times. Sono state riviste le procedure per segnalare le molestie e l’azienda sta lavorando per assicurare, entro la fine del 2018, paghe uguali per donne e uomini. Gli impiegati saranno inoltre tenuti a seguire corsi sul rispetto e la buona condotta da tenere su posto di lavoro.

Superare lo stato delle cose a Vice non sarà comunque semplice e richiederà molto lavoro da parte di tutti. Molte donne hanno raccontato che, oltre ai casi di molestie, nelle redazioni e nei vari gruppi di lavoro di Vice hanno sempre avuto la sensazione di essere trattate diversamente e di vivere in un ambiente di lavoro sostanzialmente maschilista, e in cui gli uomini si comportano da cricca di bulletti. Battute fuori luogo e disparità di trattamento hanno quasi sempre riguardato le donne, creando condizioni difficili per fare carriera o semplicemente dimostrare le loro capacità.