Il partito di Alfano si sta dividendo

Pacificamente, però: un pezzo andrà col PD e uno tornerà con Berlusconi

(ANSA/ CLAUDIO PERI)
(ANSA/ CLAUDIO PERI)

Lunedì Alternativa Popolare, il partito di centro che fa parte della maggioranza parlamentare che sostiene il governo Gentiloni, ha tenuto la prima riunione della direzione dopo l’annuncio della volontà di non candidarsi alle prossime elezioni da parte del suo presidente, il ministro degli Esteri Agelino Alfano. L’esito della riunione è stato quello che molti avevano previsto da giorni. Una parte del partito, guidato dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin, intende restare alleata del Partito Democratico e presentarsi insieme al PD alle prossime elezioni. Un’altra, che fa riferimento all’ex ministro Maurizio Lupi, vuole invece tornare con il centrodestra. Alfano sembra essere personalmente più vicino a Lorenzin, ma dopo la riunione è rimasto equilibrato nelle sue dichiarazioni. «Si sono confrontate due coerenze politiche», ha detto lunedì. Lupi e Lorenzin hanno fatto dichiarazioni simili.

C’è un motivo pratico per questa scissione così pacifica. Nonostante la divisione, i gruppi parlamentari di Camera e Senato resteranno uniti. Al nome attuale, Ap-Centristi per l’Europa-Ncd, sarà aggiunta un’altra sigla ancora, il futuro nome di coloro che correranno con il centrodestra. In questo modo, quando arriverà il momento di presentare le liste per le prossime elezioni, entrambe le formazioni potranno sostenere di discendere da un gruppo parlamentare presente in entrambe le camere ed evitare così il difficile passaggio della raccolta firme, necessario per quei partiti che vogliono candidarsi senza essere già presenti in Parlamento. È un ostacolo notevole, perché prevede in pochi mesi di raccogliere circa un migliaio di firme in ogni collegio. Questa difficoltà, per esempio, rischia di impedire ai Radicali Italiani e ad Emma Bonino di presentare la loro lista +Europa.

Al momento non è ancora chiaro se questo “piano” funzionerà. Dopo la riunione Antonio Gentile, vice coordinatore di AP, ha spiegato all’ANSA: «Stiamo lavorando a un escamotage tecnico che possa consentire a chi ha preso un’altra strada di poter usufruire della esenzione dalla raccolta firme».

L’altro punto su cui i dirigenti del partito sembrano voler procedere senza litigare è la divisione dei simboli. Al momento sia il simbolo del Nuovo Centro Destra (creato nel novembre 2013 all’epoca della scissione da Forza Italia) sia quello di Alternativa Popolare (creato nove mesi fa per cercare di rinfrescare l’immagine del partito) sono di proprietà di Alfano: ora bisognerà decidere cosa farne. Il comunicato pubblicato dopo la direzione parla di «un patto di consultazione e di confronto permanente e un approfondimento tecnico-regolamentare delegato ai fondatori del partito su eventuali questioni residue, tra cui i simboli». Significa in sostanza che una decisione non è ancora stata presa, ma che i dirigenti del partito stanno continuando a trattare per arrivare a un accordo. Secondo i giornali, una possibile divisione vedrebbe il nuovo simbolo, Alternativa Popolare, utilizzato da Lorenzin; il vecchio, NCD, da Lupi.

Al di là di simboli e altre questioni tecniche, rimane ancora aperta la questione delle alleanze. A quanto sembra, infatti, entrambe le componenti dell’attuale Alternativa Popolare, sia quella che andrà a destra che quella che andrà a sinistra, imbarcheranno altri dirigenti e sigle dell’area centrista. Si tratta però di ipotesi basate spesso su voci di corridoio e indiscrezioni, che vanno prese con cautela e che, in ogni caso, sono probabilmente destinate a cambiare già nei prossimi giorni. Secondo le cronache di questi giorni, per esempio, Lorenzin potrebbe decidere di unire la sua Alternativa Popolare con il Centro Democratico di Bruno Tabacci e creare una lista che potrebbe chiamarsi “Moderati-Lista Gentiloni per l’Italia”.

Lupi, invece, potrebbe cercare di costruire quella che spesso è stata definita la “quarta gamba del centrodestra”, cioè una formazione di centro che andrebbe ad affiancarsi a Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia. La lista dei possibili candidati a entrare in questa formazione è lunghissima (il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Renato Brunetta, ha detto di aver contato in tutto 22 liste). Tra i nomi più noti indicati come possibili partecipanti a questa coalizione ci sono l’ex candidato sindaco di Milano Stefano Parisi e il suo movimento Energie per l’Italia, l’ex presidente della Puglia Raffaele Fitto, con il partito Conservatori Riformisti, l’ex viceministro dell’Economia Enrico Zanetti con quello che resta di Scelta Civica.