La WADA ha confermato la sospensione dell’agenzia antidoping russa

Il ministro dello Sport russo Pavel Kolobkov all'assemblea della WADA lo scorso marzo (FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images)
Il ministro dello Sport russo Pavel Kolobkov all'assemblea della WADA lo scorso marzo (FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images)

I membri dell’Agenzia mondiale antidoping (WADA) riunitisi a Seul hanno respinto il ricorso presentato dal ministero dello Sport russo contro l’esclusione delle federazioni sportive russe dai maggiori tornei internazionali e dichiarato l’agenzia antidoping nazionale (RUSADA) non ancora conforme alle norme antidoping in vigore. Respingendo il ricorso, la WADA ha sostanzialmente prolungato il periodo di esclusione della Russia dai maggiori eventi sportivi, a tre mesi di distanza dall’inizio delle Olimpiadi Invernali di Pyeongchang. I dirigenti della WADA hanno confermato ciò che si diceva da tempo, ovvero che la Russia, dopo gli scandali legati al doping che hanno sconvolto i risultati ottenuti dalle Olimpiadi di Londra 2012 fino a quelle invernali di Sochi 2014, non ha ancora provveduto a regolarizzare il proprio sistema antidoping, interamente compromesso negli ultimi cinque anni per favorire l’uso di sostanze dopanti fra i suoi atleti: fra le mancanze, la WADA ha riscontrato anche l’inaccessibilità del laboratorio antidoping di Mosca, il più coinvolto negli scandali.