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  • Martedì 14 novembre 2017

Le aste per la vendita degli schiavi in Libia

Un'inchiesta di CNN ha rivelato l'esistenza di "mercati" di esseri umani in diverse città libiche: è l'ennesima prova delle violenze compiute in Libia sui migranti

Migranti somali in un centro di detenzione a Tripoli, in Libia (AP Photo/Manu Brabo)
Migranti somali in un centro di detenzione a Tripoli, in Libia (AP Photo/Manu Brabo)

CNN ha pubblicato oggi un’inchiesta che racconta dell’esistenza di mercati degli schiavi in Libia. I quattro giornalisti di CNN che se ne sono occupati – Nima Elbagir, Raja Razek, Alex Platt e Bryony Jones – hanno scritto di avere ricevuto lo scorso agosto un video girato con un cellulare che mostrava la vendita di un uomo all’asta per 400 dollari. L’uomo ripreso, un nigeriano tra i 20 e i 30 anni, era stato presentato come un «ragazzo grosso e forte adatto per il lavoro in fattoria». Dopo avere ricevuto il video, la giornalista Nima Elbagir della CNN è andata in Libia per indagare: ha assistito alla vendita di una decina di persone in un edificio fuori da Tripoli, la capitale della Libia, e ha raccolto diverse testimonianze di uomini che erano stati venduti e poi erano finiti nei centri di detenzione distribuiti nelle zone costiere del paese.

Alla fine dell’asta, la giornalista di CNN è riuscita ad avvicinare due uomini che erano appena stati venduti: «Erano così traumatizzati da quello che avevano passato che non hanno voluto parlare, ed erano così spaventati che sospettavano di chiunque incontrassero». CNN ha raccontato che le aste vengono fatte in quelle che sembrano essere «normali città libiche piene di gente che fa regolarmente la sua vita. I bambini giocano in strada; le persone vanno a lavorare, parlano con i loro amici e cucinano la cena per i loro familiari». CNN ha scoperto che queste aste sono state fatte in almeno nove città diverse della Libia, tra cui Zuwara e Sabratah (posti di cui si è parlato parecchio nei mesi scorsi, perché punto di partenza dei migranti che cercano di raggiungere le coste europee), ma ha aggiunto di credere che il fenomeno sia molto più ampio ed esteso.

CNN ha anche parlato con alcuni uomini in un centro di detenzione di Tripoli. Uno di loro, Victory, un nigeriano di 21 anni, ha raccontato di essere stato venduto durante un’asta dopo avere tentato per un anno e quattro mesi di raggiungere l’Europa. L’uomo che l’ha venduto, un trafficante di esseri umani, gli ha detto che quello che avrebbe guadagnato dalla vendita sarebbe servito a ridurre il suo debito; Victory però ha raccontato di essere poi stato venduto di nuovo, e di nuovo ancora. Il trafficante ha anche chiesto un riscatto alla sua famiglia per liberarlo. «Se guardate la maggior parte delle persone che si trovano qui», ha detto Victory dal centro di detenzione, «se controllate i loro corpi, vedrete i segni. Sono stati picchiati, mutilati».

I video girati da CNN sono stati consegnati alle autorità libiche, che hanno detto che inizieranno un’indagine per trovare i responsabili. Nasr Hazan, dell’agenzia libica che si occupa dell’immigrazione illegale e che ha sede a Tripoli, ha detto di sapere della presenza di diversi gruppi di trafficanti di esseri umani che agiscono nel paese, ma ha aggiunto di non avere mai assistito a un’asta per la vendita di schiavi.

Si parla da tempo delle violenze che sono costrette a subire molte persone che passano dalla Libia per arrivare in Europa. Diverse inchieste giornalistiche e rapporti di organizzazioni umanitarie avevano già raccontato, per esempio, le terribili condizioni dei centri di detenzione libici dove sono rinchiusi i migranti. Le politiche adottate dal governo italiano negli ultimi mesi sembrano – nella migliore delle ipotesi – non avere aiutato questa situazione: gli accordi fatti dal governo con alcune milizie libiche per cercare di fermare le partenze di migranti dalla Libia e la campagna contro l’azione delle navi di soccorso delle ong nel Mediterraneo potrebbero avere lasciato sempre più persone alla mercé dei trafficanti libici. Proprio oggi l’Alto commissario per i diritti umani dell’ONU, il giordano Reid Raad al Hussein, ha definito “disumana” la collaborazione tra Unione Europea e Libia per la gestione dei flussi migratori dall’Africa: «La sofferenza dei migranti detenuti in Libia è un oltraggio alla coscienza dell’umanità», ha detto Hussein.