Gli Stati Uniti sono rimasti l’unico paese al mondo a non aderire all’accordo di Parigi

Lo ha firmato anche la Siria, l'ultimo paese che non aveva ancora aderito

(AP Photo/Branden Camp)
(AP Photo/Branden Camp)

Durante un incontro internazionale sul clima a Bonn, in Germania, il governo della Siria ha annunciato che firmerà l’accordo sul clima di Parigi. Significa che gli Stati Uniti sono al momento l’unico paese al mondo a non aderire al patto raggiunto alla fine del 2015. All’epoca, durante la presidenza Obama, gli Stati Uniti avevano firmato “Cop21”, come è noto l’accordo sulla riduzione delle emissioni inquinanti, ma lo scorso giugno il presidente Donald Trump ha annunciato che non intende rispettarne il contenuto (ci vorranno alcuni anni per uscirne in maniera formale). Al momento della firma soltanto due stati avevano rifiutato: Nicaragua e, appunto, Siria. Il governo del Nicaragua, che inizialmente considerava l’accordo troppo debole, ha firmato lo scorso 24 ottobre. La Siria ha fatto lo stesso oggi, lasciando gli Stati Uniti da soli.

L’accordo di Parigi impegna tutti i contraenti a impedire che la temperatura globale si alzi più di 2° centigradi sopra il livello raggiunto nell’era pre-industriale, una soglia considerata particolarmente pericolosa dai climatologi e potenzialmente irreversibile. I contraenti si impegnano anche a ridurre le emissioni di gas serra e, dopo il 2050, a produrne una quantità tale da poter essere assorbita in maniera naturale. Infine è previsto il versamento di cento miliardi di dollari ogni anno ai paesi in via di sviluppo per aiutarli a investire in tecnologie meno inquinanti.

Trump aveva detto di essere contrario già durante la campagna elettorale. A giugno, quando ha annunciato che gli Stati Uniti non avrebbero rispettato gli impegni previsti, ha sostenuto che l’accordo di Parigi avrebbe danneggiato l’economia degli Stati Uniti e ha definito il trattato “ingiusto”. Trump ha anche annunciato di voler negoziare nuove condizioni con la comunità internazionale sul clima. Le sue dichiarazioni sono state criticate da tutti i principali governi che hanno sottoscritto l’accordo.