Contro l’AIDS proveremo anche questi super anticorpi

Un nuovo trattamento ha dato ottimi risultati sulle scimmie, fornendo protezione contro il 99 per cento delle varianti del virus che causa l'AIDS

Una cellula attaccata dal virus dell'HIV (in giallo), la causa dell'AIDS (Seth Pincus, Elizabeth Fischer e Austin Athman, National Institute of Allergy and Infectious Diseases, National Institutes of Health)
Una cellula attaccata dal virus dell'HIV (in giallo), la causa dell'AIDS (Seth Pincus, Elizabeth Fischer e Austin Athman, National Institute of Allergy and Infectious Diseases, National Institutes of Health)

Un nuovo tipo di anticorpi in grado di attaccare fino al 99 per cento delle varianti virali dell’HIV, il virus che causa l’AIDS, è stato sperimentato con successo nei primati, dimostrando inoltre la sua capacità di prevenire le infezioni virali. Il risultato è stato ottenuto da un gruppo di ricercatori dei National Institutes of Health degli Stati Uniti in collaborazione con l’azienda farmaceutica Sanofi. Il risultato è stato definito un “entusiasmante passo avanti” dalla International AIDS Society nella ricerca di soluzioni per tenere sotto controllo l’HIV, evitando che porti a complicazioni che causano una riduzione delle aspettative di vita dei malati. I primi test sugli esseri umani saranno avviati a partire dal prossimo anno, con l’obiettivo di capire se possa essere efficace per prevenire o trattare le infezioni da HIV.

Una volta contratto il virus dell’HIV, le difese immunitarie del nostro organismo faticano (e spesso falliscono) nel tenere sotto controllo l’infezione perché il virus ha la capacità di mutare creando sue varianti, che eludono la sorveglianza degli anticorpi. Il sistema immunitario non riesce a tenere testa a tutte le mutazioni, lasciando quindi aperta la strada a una moltiplicazione del virus. Gli attuali farmaci hanno lo scopo di ridurre la sua diffusione, ma comportano diversi effetti collaterali e devono essere assunti per tutta la vita.

Negli ultimi anni i ricercatori hanno però notato che una piccola parte dei portatori di HIV sviluppa anticorpi più “potenti”, che riescono a contrastare con maggiore efficacia la diffusione del virus e delle sue molteplici varianti. Sono noti come “anticorpi neutralizzanti HIV-1” e da tempo parte della ricerca si è concentrata sul loro studio, per provare a sfruttarli anche nei pazienti che non li sviluppano.

Nella loro ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Science, Ling Xu di Sanofi e i suoi colleghi scrivono di essere riusciti a combinare insieme tre diversi tipi di anticorpi neutralizzanti, creando una sorta di anticorpo “trispecifico” più potente di quelli trovati nei pazienti e che riescono a contrastare il 90 per cento dei ceppi virali di HIV. Il nuovo farmaco basato su questi anticorpi riesce a contrastarne il 99 per cento, anche usandone basse concentrazioni: attacca tre differenti parti del virus, impedendogli di continuare a moltiplicarsi. Il risultato è stato ottenuto in un gruppo di 24 scimmie, che in origine non avevano questi anticorpi, e che dopo la loro iniezione hanno mostrato un alto grado di protezione una volta infettate con il virus dell’HIV.

Linda Gail Bekker, presidente dell’International AIDS Society, ha spiegato a BBC che: “Questi anticorpi super-ingegnerizzati sembrano andare oltre il normale e potrebbero avere molte altre applicazioni rispetto a quanto immaginato finora”. L’invito suo e di altri esperti è comunque di non farsi prendere troppo dall’entusiasmo e di attendere i risultati dei test clinici sugli esseri umani. Già in passato soluzioni definite molto incoraggianti contro l’AIDS si sono rivelate meno efficaci del previsto.