L’ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, che dopo essere stato arrestato nel 2014 si era dimesso per il suo coinvolgimento nell’inchiesta sul presunto sistema di tangenti per la costruzione del MOSE, è stato assolto dall’accusa di aver ricevuto dei finanziamenti da alcune società del Consorzio Venezia Nuova, il gruppo composto da grandi imprese di costruzioni, cooperative e piccole imprese locali a cui erano affidati la costruzione del MOSE e tutti gli altri interventi necessari per tutelare Venezia dal problema ricorrente dell’acqua alta. A Orsoni è stata invece prescritta l’accusa di aver ricevuto un finanziamento “in nero”. Orsoni era stato accusato di aver ricevuto finanziamenti illeciti con due modalità: 110 mila euro all’apparenza regolari da tre imprese (che in realtà «coprivano» il Consorzio Venezia Nuova) e altri 450 mila in nero direttamente dall’ex presidente del Consorzio.
Nello stesso processo l’ex ministro dell’Ambiente e delle Infrastrutture Altero Matteoli e l’imprenditore Erasmo Cinque sono stati condannati a quattro anni per corruzione ed è stata disposta nei loro confronti la confisca di 9 milioni 575 mila euro ciascuno. Matteoli, dopo la lettura della sentenza, ha detto: «Come ho avuto modo di confermare anche stamani davanti al Tribunale di Venezia non sono un corrotto e non ho mai ricevuto denaro né favorito alcuno. Non comprendo quindi questa sentenza verso la quale i miei avvocati ricorreranno in appello. Ho il dovere di credere ancora nella giustizia nonostante la forte amarezza che patisco da quasi 4 anni per una vicenda che non mi appartiene».
Nel processo sul MOSE erano poi coinvolti altri imputati: per Amalia Sartori, ex presidente del Consiglio regionale del Veneto ed ex eurodeputata, anche lei accusata come Orsoni di finanziamento illecito e di aver preso soldi dall’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, Giovanni Mazzacurati, l’assoluzione è arrivata “per non aver commesso il fatto”; l’ex Magistrato alle Acque di Venezia, Maria Giovanna Piva, è stato assolto per un episodio, mentre le altre accuse sono cadute in prescrizione. L’imprenditore veneziano Nicola Falconi è stato condannato a 2 anni e due mesi, l’avvocato Corrado Crialese a un anno e 10 mesi e Danilo Turato, architetto che ristrutturò la villa dell’ex presidente della regione Veneto Giancarlo Galan sui Colli Euganei, è stato assolto.
Continua sul Post