È morto il giudice Renato Squillante

(ARCHIVIO / ANSA / PAL)
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È morto a Roma Renato Squillante, ex capo dell’ufficio dei giudici per le indagini preliminari di Roma. Aveva 92 anni. Squillante fu noto tra le altre cose perché fu coinvolto in diverse inchieste in cui altri magistrati sospettavano che avesse ricevuto tangenti per influenzare l’esito di alcuni processi, come l’IMI-SIR e il processo SME, allo scopo di favorire il gruppo Berlusconi a svantaggio del gruppo De Benedetti.

Squillante venne condannato per corruzione ad otto anni in primo grado, ridotti poi a sette in appello. Nel 2006 la Cassazione decise di assolverlo. Secondo i giudici Squillante aveva effettivamente ricevuto del denaro da alcune persone, tra cui l’avvocato di Silvio Berlusconi, Cesare Previti, ma quel denaro non era servito a influenzare decisioni giudiziarie su cui lui aveva un controllo diretto, spiega il sito Cinquantamila. Non poteva quindi configurarsi il reato di estorsione poiché, scrissero i giudici, Squillante al massimo poteva aver cercato di influenzare i giudici effettivamente titolari del procedimento. Il reato commesso sarebbe stato quindi “traffico di influenze”, che però all’epoca dei fatti non era stato ancora codificato nel codice penale. Per questa ragione Squillante venne assolto.

La notizia della morte è stata diffusa questa mattina con un necrologio pubblicato dalla famiglia sul quotidiano di Roma Il Messaggero. Sulla stessa pagina del giornale compare anche un ricordo di Stefania Craxi, figlia dell’ex presidente del Consiglio Bettino Craxi, che scrive di essere «fraternamente vicina alla famiglia» del giudice.