• Mondo
  • Martedì 13 giugno 2017

Taiwan potrebbe presto restare da solo

Panama interromperà le sue relazioni diplomatiche con il governo taiwanese per averne con la Cina comunista, e ora il paese è riconosciuto solo da altri 20 stati al mondo

La presidente di Taiwan Tsai Ing-wen con il presidente di Panama Juan Carlos Varela. (RODRIGO ARANGUA/AFP/Getty Images)
La presidente di Taiwan Tsai Ing-wen con il presidente di Panama Juan Carlos Varela. (RODRIGO ARANGUA/AFP/Getty Images)

Panama ha annunciato che interromperà le proprie relazioni diplomatiche con Taiwan, in una decisione che potrebbe isolare ulteriormente il piccolo stato governato dal 1945 dai nazionalisti cinesi, che vi si rifugiarono nel 1949 dopo essere stati sconfitti da Mao Tse Tung nella guerra civile cinese. Taiwan rimane ora riconosciuto ufficialmente soltanto da 19 paesi del mondo, oltre che dal Vaticano: la Cina infatti considera Taiwan un proprio territorio, ha più volte minacciato di annetterlo e si rifiuta di intrattenere relazioni diplomatiche con i paesi che hanno rapporti formali con l’isola, il cui nome ufficiale è Repubblica di Cina. L’America centrale è una delle zone del mondo in cui Taiwan ha le relazioni diplomatiche più solide: il paese è riconosciuto da Guatemala, Honduras e Nicaragua, ma la decisione di Panama potrebbe mettere a rischio il consenso verso Taiwan.

Il presidente di Panama Juan Carlos Varela ha annunciato la decisione con un discorso televisivo, spiegando che è «la direzione giusta per il paese». L’annuncio è stato accompagnato da un comunicato congiunto di Panama e Cina che dice che i due stati si riconoscono a vicenda e che cominceranno da subito le relazioni diplomatiche paritarie. Nel comunicato si dice che «il governo di Panama riconosce che c’è soltanto una Cina nel mondo, che il governo della Repubblica popolare di Cina è il solo governo legale a rappresentare l’intera Cina, e che Taiwan è una parte inalienabile del territorio cinese». In un comunicato ufficiale, il ministro degli Esteri taiwanese ha detto che con la sua decisione Varela ha ignorato il rapporto di amicizia tra Taiwan e Panama e gli sforzi del primo per aiutare lo sviluppo economico del secondo. Ha anche detto che il personale diplomatico taiwanese a Panama lascerà subito il paese, e che saranno interrotti immediatamente i progetti sui quali stanno collaborando i due stati.

La presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, aveva investito molto sulle relazioni con Panama, che era una delle economie più importanti a riconoscere il paese asiatico: Tsai aveva visitato Panama la scorsa estate per l’insediamento di Varela, e ci era tornata lo scorso gennaio mentre era in Centro America per la cerimonia di insediamento di Daniel Ortega, presidente del Nicaragua. In quell’occasione era stata anche in Guatemala e in Honduras, per provare a mantenere solidi i rapporti con i paesi della regione. A Panama si trova l’omonimo canale, importantissimo economicamente e strategicamente per il paese, e del quale la Cina è il secondo principale cliente.

Come ha spiegato al New York Times Ross Feingold, analista del D.C. International Advisory di Taipei, la capitale del Taiwan, Panama era il paese più importante tra quelli che riconoscono Taiwan. Oltre a quelli dell’America centrale, la maggior parte degli altri sono piccoli stati caraibici o dell’Oceania, insieme a Burkina Faso, Swaziland e Paraguay. Secondo Feingold, è «molto probabile» che gli altri paesi dell’America centrale seguano l’esempio di Panama. I vantaggi economici di avere relazioni diplomatiche con la Cina sono ovviamente molto maggiori di quelli che si hanno riconoscendo Taiwan. La Cina negli ultimi mesi si è mossa con una certa aggressività in questo senso, soprattutto dopo l’insediamento di Tsai, circa un anno fa, che da subito si è rifiutata di aderire alla visione cinese secondo la quale Taiwan e la Cina sono parte dello stesso territorio. Lo scorso dicembre anche l’isola di São Tomé e Príncipe, stato africano indipendente, aveva smesso di riconoscere Taiwan e inaugurato le relazioni formali con la Cina.