Con la legge elettorale abbiamo scherzato

L'accordo è saltato dopo un'assurda giornata alla Camera, affossata dal Movimento 5 Stelle e dai "franchi tiratori" di tutti gli altri

(ANSA/ANGELO CARCONI)
(ANSA/ANGELO CARCONI)

Il Partito Democratico ha annunciato che la legge elettorale, dopo un solo voto alla Camera questa mattina, tornerà in commissione: probabilmente è la fine del cosiddetto “sistema tedesco“, la riforma della legge elettorale frutto di un accordo tra tutti e quattro i principali partiti italiani: PD, Movimento 5 Stelle, Lega Nord e Forza Italia.

La legge è stata ritirata perché la maggioranza si è accorta di non avere i numeri necessari per approvarla: a quanto sembra nemmeno alla Camera, dove in base agli accordi tra le varie forze politiche in teoria l’80 per cento dei deputati avrebbe dovuto votare a favore. Invece i favorevoli alla legge sono stati messi in minoranza nel corso del primo voto segreto avvenuto oggi. Viste queste difficoltà alla Camera, sembra impossibile che la legge riesca a passare al Senato, dove la maggioranza ha numeri più ridotti.

Il voto che ha affossato la legge elettorale riguardava un emendamento per applicare il meccanismo della legge elettorale anche al Trentino-Alto Adige, dove invece oggi è previsto un sistema diverso. Emendamenti simili a questo erano stati proposti anche mentre la legge veniva scritta nella commissione Affari costituzionali, ma erano stati ritirati in seguito alle richieste del PD. Uno di questi emendamenti era stato presentato dal Movimento 5 Stelle, che però aveva accettato di ritirarlo. Insomma, in commissione l’accordo aveva tenuto.

Una volta arrivata alla Camera, l’emendamento è stato ripresentato dalla deputata di Forza Italia Micaela Biancofiore, originaria dell’Alto Adige. PD, Forza Italia e Lega Nord si sono espressi contro questo emendamento, come avevano fatto in commissione, mentre il Movimento 5 Stelle ha adottato una posizione più ambigua: il deputato Riccardo Fraccaro, anche lui eletto in Trentino-Alto Adige, ha dichiarato il suo appoggio all’emendamento, senza però dire come avrebbe votato il resto del Movimento. L’emendamento è stato approvato con 270 voti a favore e 256 contrari. Doveva essere un voto segreto, ma un errore del tabellone della Camera ha mostrato come stavano votando i singoli deputati.

Dalla foto si vede che il Movimento 5 Stelle ha votato in maniera compatta a favore dell’emendamento; PD, Forza Italia e Lega Nord invece sembrano aver votato in larga maggioranza contro. Il voto però è proseguito per alcuni istanti, e il tabellone è tornato a nascondere i voti dei singoli deputati. In quel breve spazio di tempo, almeno una cinquantina di deputati della maggioranza ha modificato il suo voto, passando dal “no” al “sì”.

– Leggi anche: Com’è andato davvero il pasticcio con il voto segreto alla Camera

Dopo il voto, il PD e il Movimento 5 Stelle si sono scambiati accuse su chi abbia causato il fallimento dell’accordo, ma sembra abbastanza chiaro che la responsabilità sia tanto del Movimento 5 Stelle quanto dei franchi tiratori del PD, di Forza Italia e del resto della maggioranza. Soltanto la somma dei loro voti ha permesso all’emendamento di passare.

Di un accordo sulla legge elettorale e in particolare su un sistema di tipo “tedesco” si parlava oramai da più di una settimana. Domenica scorsa il Movimento 5 Stelle ha anche tenuto una votazione sul blog di Grillo, in cui i suoi iscritti hanno approvato il “sistema tedesco”, senza che però fosse disponibile né un testo né molti altri dettagli. Il primo testo è emerso lunedì 5 giugno, quando la commissione Affari costituzionali ha concluso i suoi lavori preliminari e ha passato la legge elettorale alla Camera.

Beppe Grillo aveva commentato dicendo: «Stiamo lavorando benissimo, siamo soddisfatti e lo sarete pure voi». In realtà sia nel Movimento 5 Stelle che negli altri partiti stavano iniziando ad emergere profonde divergenze. Numerosi deputati del partito di Beppe Grillo si sono dimostrati insofferenti all’idea di approvare una legge che non conteneva la possibilità di esprimere preferenze, dopo che negli ultimi anni il Movimento le aveva sempre definite una condizione necessaria. Anche gli altri partiti, come ha mostrato il voto di oggi, sono divisi e diversi esponenti tanto del PD quanto di Forza Italia hanno espresso pareri critici sulla legge elettorale.

Martedì il Movimento 5 Stelle ha presentato 15 emendamenti, tra cui alcuni che avrebbero cambiato profondamente il funzionamento della legge elettorale, introducendo per esempio il voto disgiunto, il premio di maggioranza e le preferenze (tutte cose molto complicate da inserire e che rischiano di inceppare il meccanismo della legge). Il PD ha risposto dicendo che se il testo uscito dalla commissione fosse stato modificato, la legge sarebbe stata bloccata: di fatto sarebbe diventata una nuova legge e non quella frutto dell’accordo trovato in commissione. Ognuno di questi emendamenti, quindi, rappresentava una possibilità per far cadere la legge elettorale. Se il Movimento 5 Stelle li avesse votati, infatti, sarebbero bastati pochi deputati insoddisfatti dagli altri partiti per far saltare tutto. Non c’è stato nemmeno bisogno di arrivare agli emendamenti più controversi: il voto sul Trentino-Alto Adige, che non sembra destinato ad avere molta importanza, ha mostrato che l’accordo sulla legge elettorale era molto più fragile di quanto pensassero i suoi contraenti.

Le possibilità di fare una nuova legge elettorale sembrano molto difficili adesso. PD e Movimento 5 Stelle, evidentemente, non voteranno più insieme. Il resto della maggioranza non sembra avere i numeri sufficienti – a causa delle molte defezioni interne – per approvare questa legge elettorale o una simile. Resta la possibilità, improbabile, di tentare di accordarsi su una legge elettorale completamente nuova, oppure andare al voto con le attuali leggi elettorali leggermente modificate.