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  • Venerdì 30 dicembre 2016

In Uzbekistan non è cambiato nulla

Shaukat Mirziyoyev è il nuovo presidente, ma sembra avere un'impostazione autoritaria simile a quella del suo predecessore Islam Karimov

Il nuovo presidente dell'Uzbekistan Shaukat Mirziyoyev (ANVAR ILYASOV/AFP/Getty Images)
Il nuovo presidente dell'Uzbekistan Shaukat Mirziyoyev (ANVAR ILYASOV/AFP/Getty Images)

Il 4 dicembre in Uzbekistan ci sono state le elezioni presidenziali vinte da Shaukat Mirziyoyev, che ha staccato nettamente gli altri tre candidati. Per la prima volta da 25 anni l’Uzbekistan ha un nuovo presidente: il predecessore di Mirziyoyev, Islam Karimov, aveva governato dal 1991 fino alla sua morte avvenuta lo scorso settembre. Con le ultime elezioni non c’è stata però alcuna rottura col passato: Mirziyoyev si è presentato come un candidato intenzionato a perseguire le stesse politiche di Karimov e l’Uzbekistan probabilmente continuerà a essere uno dei paesi meno liberi al mondo, dove i diritti umani sono sistematicamente violati.

Karimov è morto il 2 settembre 2016 a 78 anni. Da anni si avevano dubbi sulle sue condizioni di salute, in particolare dopo la sua vittoria alle elezioni del 2015, quando non si fece vedere in pubblico per diverse settimane. Karimov governava di fatto dal 1989 come segretario del Partito Comunista dell’Uzbekistan, che all’epoca era una delle repubbliche socialiste dell’Unione Sovietica. Ottenuta l’indipendenza dopo la fine della Guerra fredda, Karimov vinse nel 1991 le prime elezioni presidenziali della storia del paese, che si svolsero secondo diverse organizzazioni internazionali in modo non democratico. Secondo i suoi molti detrattori, Karimov è stato un despota brutale che nel corso degli anni ha fatto in modo di eliminare la libertà di stampa e le opposizioni, imponendo rigide regole riguardo alla registrazione delle forze politiche nel paese.

La sua morte non sembra però essere la fine di un’era. Il nuovo presidente Mirziyoyev è di vent’anni più giovane di Karimov, ma sembra molto vicino all’atteggiamento repressivo del suo predecessore. Il 4 dicembre ha ottenuto l’88,6 per cento dei voti, che secondo gli osservatori dell’Organizzazione per la sicurezza e la libertà in Europa (OSCE) si sono svolte senza che gli elettori potessero esprimere una vera preferenza e con molte irregolarità: per esempio sembra che diversi elettori abbiano votato più volte e che altri abbiano votato per procura. In Uzbekistan non c’è libertà di stampa e la maggior parte della informazioni proviene dalla propaganda governativa, che ha spesso prefigurato il caos politico e il radicalismo islamico come gli unici scenari alternativi a un governo di tipo autoritario.

Con la presidenza Mirziyoyev potrebbero comunque esserci delle novità per quanto riguarda la politica estera, in particolare nei rapporti con la Russia. Il presidente russo Vladimir Putin è stato il primo capo di stato a congratularsi con Mirziyoyev, inviando il suo messaggio appena venti minuti dopo l’annuncio della vittoria. L’avvicinamento tra Uzbekistan e Russia potrebbe essere uno dei pochi elementi di rottura rispetto al governo precedente: dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, Karimov aveva infatti stretto legami con gli Stati Uniti, permettendo agli americani di utilizzare una base aerea in territorio uzbeko dalla quale bombardare i talebani nel confinante Afghanistan.