Jane Birkin, attrice, borsa, etc

Foto, video, canzoni e storie su una donna che compie oggi settant'anni e ne ha fatte parecchie

Jane Birkin il 24 settembre 1967
(Ronald Dumont/Daily Express/Getty Images)
Jane Birkin il 24 settembre 1967 (Ronald Dumont/Daily Express/Getty Images)

Jane Birkin, che oggi compie settant’anni, è un’attrice e cantante britannica che ha vissuto in Francia per decenni. Iniziò a recitare nella Londra degli anni Sessanta (la cosiddetta “Swinging London”), divenne famosa grazie a una parte in un film di Michelangelo Antonioni, negli anni Settanta fece parlare di sé con la sua relazione con Serge Gainsbourg, con il quale canto una canzone famosissima e controversa. A lei è anche stata dedicata una delle borse più famose e costose di sempre: la Birkin di Hermès.

Jane Birkin è nata il 14 dicembre 1946 a Marylebone, nel centro di Londra, a nord di Oxford Street. Le fu dato anche un secondo nome che però non ha mai usato: Mallory. La sua famiglia era da tempo piuttosto ricca – “alta borghesia”, si sarebbe detto qualche decennio fa – grazie all’industria tessile, nella quale i suoi genitori però non lavoravano: la madre, Judy Gamble, era attrice e cantante e si faceva chiamare Judy Campbell. Il padre – David Birkin – arrivava da una Guerra mondiale in cui era stato comandante della Marina, coinvolto anche in complicate questioni di spionaggio. Jane nacque un anno dopo il fratello Andrew, che da ragazzo lavorò come trovarobe nella produzione di 2001: Odissea nello spazio ed è poi diventato sceneggiatore. Jane crebbe a Londra e studiò sull’isola di Wight – a sud di Southampton – ma se andò prima che lì iniziasse a svolgersi il famoso grande evento musicale (quello della canzone dei Dik Dik, che la adattarono da una versione francese).

A 17 anni Birkin decise di andare a Londra per provare a fare l’attrice, come la madre. Era Londra ed erano gli anni Sessanta: era quindi la “Swinging London”, quel periodo in cui in città si svilupparono un insieme di cose che univano ottimismo, creatività e anticonformismo. Insomma, ci si divertiva. Birkin trovò lavoro in un musical di John Barry – il compositore di molte delle musiche dei film di James Bond e vincitore di cinque premi Oscar – e lo sposò anche, nel 1965, a 19 anni. Lui ne aveva 33. I due ebbero una figlia – morta nel 2013 a Parigi, probabilmente suicida – e divorziarono nel 1968.

Nel 1966 Birkin – che fino ad allora aveva avuto due parti piccole e poco rilevanti – ebbe una piccola ma incredibilmente rilevante parte in Blow-Up di Michelangelo Antonioni. È un film tratto dal racconto Le bave del diavolo dello scrittore argentino Julio Cortázar: vinse la Palma d’Oro a Cannes e racconta la storia di un fotografo di moda londinese che crede di scoprire le prove di un omicidio ingrandendo una foto scattata per caso a due amanti in un parco. Storia a parte, fu un film che raccontò la “Swinging London” e piacque molto, di quelli da classifica dei “migliori di sempre” e per cui la parola “capolavoro” può essere ragionevolmente usata. Nel film Birkin interpreta una fotomodella: divenne famosissima per la scena della lotta, in cui appare mezza nuda insieme a Gillian Hills e David Hemmings.

Due anni dopo la sua parte in Blow-Up, Birkin recitò anche in Wonderwall, un film psichedelico in cui interpretò una modella che va ad abitare accanto a un professore che vive in mezzo al caos e si mette a spiarla. La colonna sonora del film la fece George Harrison.

Poco dopo aver recitato in Wonderwall Birkin andò in Francia; nonostante non parlasse francese fece un provino per quello che sarebbe poi diventato Slogan. Ottenne la parte della protagonista femminile, quello maschile lo fece l’attore e cantautore francese Serge Gainsbourg.

Il film fu così-così ma loro iniziarono una relazione che sarebbe stata tra le più note degli anni Settanta. Buona parte del merito fu della canzone “Je t’aime… moi non plus” (“ti amo, neanche io”), che uscì nel 1969. Gainsbourg l’aveva scritta un paio d’anni prima pensando di cantarla con Brigitte Bardot: i due avevano avuto una relazione e pare che lei gli chiese di scrivere “la più bella canzone d’amore di sempre“, e lui la scrisse in una notte. Poi la relazione tra i due finì: pare che lei gli chiese di non pubblicarla più e lui acconsentì, cercando però poco dopo altre cantanti con cui inciderla. Ne scartò alcune e poi decise di farla con Birkin.

La canzone – in francese – divenne quella non in inglese che vendette di più fino a quel momento, ma ebbe anche problemi con la censura. Era in francese e molte persone non ne capivano le parole (un verso dice «Je vais et je viens entre tes reins», “vado e vengo tra i tuoi reni”, e in generale parla di corpi nudi di due persone che fanno sesso) ma si ritenne che i versi e i sospiri di Birkin fossero chiare allusioni sessuali (lo erano). La canzone fu censurata anche in Italia e si dice che la RAI vietò addirittura di nominarne il titolo. Esiste anche una versione della canzone cantata da Gainsbourg e Bardot, incisa ma non pubblicata.

Nel 1971 Birkin e Gainsbourg ebbero una figlia, Charlotte, poi diventata attrice anche lei (ha recitato in Nymphomaniac: volume I e II, film erotici di Lars Von Trier). I due, che non si sposarono mai, si separarono nel 1980; Gainsbourg morì nel 1991. Nel 1973 Birkin recitò con Bardot nel film Una donna come me, un film in cui interpretano due donne che hanno una relazione. La traduzione letterale del titolo francese è “Don Giovanni, o se Don Giovanni fosse stato una donna”.

Negli anni Settanta Birkin recitò anche in I baroni della medicina con Michel Piccoli, e insieme a Mia Farrow e Bette Davis in Assassinio sul Nilo (tratto da un romanzo di Agatha Christie). Birkin ha continuato a recitare e cantare anche negli anni Ottanta, Novanta e Duemila, senza fare cose particolarmente memorabili. Recitò però in tre film del regista francese Jacques Doillon, con cui ha avuto una relazione e con cui nel 1982 ha fatto una figlia, Lou Doillon, che fa la modella, cantante e attrice. In anni più recenti Birkin ha anche diretto un film – Boxes, nel 2006 – e si è impegnata in diverse cause umanitarie, soprattutto con Amnesty International.

Dagli anni Ottanta una delle cose per cui Birkin è più famosa è la borsa Birkin di Hermès. Su come sia successo che la casa di moda Hermès abbia deciso di dedicarle una borsa ci sono molte storie. Secondo la versione ufficiale, raccontata da Jane Birkin alla giornalista di moda Dana Thomas, durante un volo da Parigi a Londra Birkin fece cadere la sua borsa rovesciandone il contenuto. Pare che accanto a lei fosse seduto Jean-Louis Dumas, allora CEO di Hermès, e i due cominciarono a discutere della necessità di avere una tasca interna alla borsa. Così si ritrovarono a progettare un modello che rispettasse quelle esigenze, e nacque la Birkin.

Le Birkin di HermèsUna borsa Birkin Hermès in pelle di coccodrillo, nel 2009 (SAM YEH/AFP/Getty Images)

Insieme alla Kelly (dedicata invece a Grace Kelly), la Birkin è la borsa simbolo di Hermès ed è una tra le più richieste e vendute: è realizzata interamente a mano (ci vogliono almeno diciotto ore di lavorazione per ogni borsa) e per averla bisogna iscriversi a una lista d’attesa con tempi di consegna di circa due anni. Ha forma trapezoidale e due fascette frontali che si sovrappongono e la chiudono con un lucchetto. Le misure vanno dai 25 ai 40 centimetri di larghezza: può essere realizzata in vari materiali. In base al materiale e al modello, i prezzi variano da un minimo di 4mila euro a un massimo stimato attorno ai 120mila euro. Della Birkin di Hermès si parlò molto nel 2015, quando Jane Birkin disse di voler negare alla casa di moda l’uso del suo nome e di concederlo di nuovo solo a patto che si migliorassero le tecniche usate per fare le borse in pelle di coccodrillo.