Michele Serra e l’Associazione Partigiani

Nella sua rubrica di oggi su Repubblica annuncia che restituirà la tessera, per "uso indebito della propria funzione"

Il presidente dell'Anpi, Carlo Smuraglia, durante una manifestazione per il No al referendum al teatro Brancaccio di Roma, 25 novembre 2016 (ANSA / ETTORE FERRARI)
Il presidente dell'Anpi, Carlo Smuraglia, durante una manifestazione per il No al referendum al teatro Brancaccio di Roma, 25 novembre 2016 (ANSA / ETTORE FERRARI)

Nella sua rubrica quotidiana su Repubblica, Michele Serra spiega martedì di avere deciso di restituire la tessera dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, presa nel 2011. Sul coinvolgimento dell’ANPI nella recente campagna elettorale si era discusso molto, e la questione era stata riaperta nei giorni passati da Emanuela Marchiafava sul suo blog.

Sono iscritto all’Anpi, associazione partigiani d’Italia. Tessera numero 69163, sezione di Piacenza. La presi nel 2011 al termine di una bella manifestazione pubblica, piena di ragazzi. Perché sono antifascista e perché mi faceva piacere riavere in tasca una tessera dopo tanti anni. L’Anpi, per giunta, non è un partito, è un’associazione unitaria nata a tutela dei valori della Resistenza: comunisti, socialisti, cattolici, repubblicani, liberali, azionisti e anche monarchici furono tutti presenti, a vario titolo, nella guerra partigiana. Così, almeno, mi insegnarono nelle sezioni del Pci, dove mi sono formato politicamente.

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